Stupro a Segrate, una donna violentata in ascensore: fermato un uomo
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Stupro a Segrate, una donna violentata in ascensore: fermato un uomo

L'aggressore è stato individuato grazie alla descrizione della donna e a un'impronta.

Stupro a Segrate, una donna violentata in ascensore: fermato un uomo
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19 Gennaio 2022 - 09.16


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Un uomo di 32 anni è stato fermato per violenza sessuale contro una 40enne, rapinata e aggredita nell’ascensore del suo condominio a Segrate (Milano) il 21 dicembre. La donna è stata aggredita dopo aver parcheggiato l’auto in garage e, in stato di shock, è riuscita a rientrare in casa e a chiamare i soccorsi. L’aggressore è stato individuato grazie alla descrizione della donna e a un’impronta trovata in ascensore e sugli abiti della vittima. 

“Sono certa che la persona mostratami è il mio aggressore”. Si conclude con queste parole il verbale della 46enne violentata nell’ascensore che collega il garage al suo condominio. Una frase che arriva al termine di una lunga analisi della rete di telecamere tra il residence e la stazione di Segrate da parte dei carabinieri, che hanno eseguito il fermo di Sara Hamza, libico di 32 anni già noto alle forze dell’ordine con l’alias di un marocchino di 28 anni.

Secondo quanto ricostruito dai militari di San Donato Milanese (Milano), la sera del 21 dicembre ha aggredito la donna sorprendendola al secondo piano interrato del suo garage, dove la 46enne aveva appena parcheggiato la propria auto dopo aver salutato un’amica con cui era uscita. “Una volta entrata, mentre premevo il tasto del piano, sentivo la porta da cui ero entrata poco prima sbattere e subito compariva un ragazzo che in tutta fretta si fermava tra le porte dell’ascensore, bloccandolo”, ha raccontato la vittima ai carabinieri.

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Hamza l’ha colpita con uno schiaffo alla tempia che l’ha frastornata, l’ha afferrata e minacciata di morte. “Stai zitta o ti ammazzo”, le ha detto mentre tentava di spogliarla. “Mi minacciava che non avrei dovuto dire nulla facendomi credere che mi conoscesse, dicendo che aveva parlato di me con il portinaio”, ha continuato la donna, che inoltre ha consegnato al suo aggressore i 35 euro che aveva nel portafogli e il cellulare sbloccato.

“L’ho implorato più e più volte di non farmi del male. Ero pietrificata dalla paura. Pensavo di morire”. Hamza non l’ha ascoltata, ha proseguito con la violenza per otto minuti, poi si è rivestito ed è scappato lasciandola in lacrime, libera di rientrare in casa dal marito. E’ assieme a lui che ha chiamato i carabinieri, fornendo da subito una descrizione precisa e dettagliata, fondamentale per l’individuazione del responsabile.

Non lo avevo mai visto in precedenza – ha detto agli investigatori – era alto 1.75, corporatura media, indossava un cappuccio e una mascherina chirurgica, occhi scuri, credo di origine nordafricana, non ho visto impugnargli armi”. Prima di scappare le ha anche detto che doveva andare dalla fidanzata.

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Gli approfondimenti dei carabinieri della compagnia di San Donato e della sezione Investigazioni scientifiche Nucleo investigativo di Milano, hanno consentito di ricostruire i suoi spostamenti attraverso i sistemi di videosorveglianza, tracciando il percorso dalla stazione di Pioltello (dalla quale ha preso un treno alle 23:34) a quella di Segrate (raggiunta alle 23:44) fino al garage del condominio (alle 23:57), per poi concludersi con la sua fuga alle 00:16.

Hamza avrebbe diversi precedenti specifici e altri per reati contro la persona e nel fermo firmato dai magistrati Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro, si legge che “la particolare crudeltà della violenza sessuale consumata con estrema freddezza e rapidità dimostrano una personalità particolarmente pericolosa e priva di qualsiasi controllo”.

Fondamentale per l’individuazione il suo abbigliamento, composto da una felpa con cappuccio, un piumino smanicato, un berretto da baseball e un orologio dorato. Le immagini sono state mostrate alla vittima che senza esitazioni ha ribadito: “Sono certa che la persona mostratami è il mio aggressore”.

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