Le Regioni innalzano il livello di guardia per la possibilità, ormai diventata concreta per 3 di esse, di cambiare colore ed entrare in una fascia con misure più restrittive.
Le prossime a passare in giallo, se non cambierà la situazione, saranno Liguria e Provincia Autonoma di Trento.
“Se ci deve essere un lockdown, è giusto che sia solo per i non vaccinati. Non può essere penalizzato chi ha mostrato il massimo livello di collaborazione e responsabilità. Con i numeri attuali, non mi aspetto che si arrivi alla necessità di un lockdown, ma il virus ci ha insegnato che è imprevedibile.
E se ci fossero ulteriori restrizioni, non devono essere generalizzate”. Lo afferma in un’intervista al ‘Messaggero’ Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, aggiungendo che un a Natale niente zona gialla ma “dopo Capodanno però potrebbe esserci un cambio di fascia”.
“I nostri tecnici considerano l’effetto feste e cenoni – continua – Ma non ci sarebbero stravolgimenti rispetto a oggi, la mascherina all’aperto è obbligatoria già in molte zone e i 4 posti a tavola al ristorante sono largamente diffusi”.
Sulla possibile proroga dello stato d’emergenza D’Amato sottolinea: “La forma la deciderà il governo. Conta la sostanza: rimangano le azioni di contenimento del virus e le modalità di approvvigionamento dei vaccini”.
Riguardo ai retroscena che lo darebbero in pole come candidato governatore del post Zingaretti, D’Amato conclude: “Ho rinunciato a fare il capolista del Pd in Campidoglio e il deputato a Primavalle. Ora la priorità è il Covid. Sono un uomo del fare, un mediano. Il resto si vedrà. Sicuramente va preservata l’esperienza del governo Zingaretti, un fronte avanzato del riformismo italiano. E l’esperienza rosso-gialla andrebbe allargata”.
In un’intervista al ‘Corriere della Sera’ l’assessore traccia poi i prossimi obiettivi: “Entro gennaio speriamo di concludere le terze dosi: abbiamo già superato 1 milione e mezzo. Poi bisogna spingere sull’uso degli anticorpi monoclonali. E infine bisogna premere con le case farmaceutiche perché aggiornino i sieri anti Covid per le varianti note. In modo che il funzionamento sia uguale a quello del vaccino antinfluenzale che ogni anno viene aggiornato con i nuovi ceppi”.