Alle pagine del Fatto Quotidiano ha parlato il dottor Fabrizio Fabretti, direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, epicentro dell’emergenza Covid durante la prima ondata della pandemia che ha descritto la situazione ospedaliera come critica.
Per di più le rianimazioni sono occupate maggiormente no vax e negazionisti: “Qui dobbiamo di nuovo aggiungere posti. I No vax? Sono il 90% del totale. Mentre li intubiamo ci dicono che vogliamo ucciderli”.
Nei suoi ricordi sono ancora indelebili l’emergenza e il dramma vissuti tra marzo e aprile del 2020. Oggi il medico condivide l’appello lanciato dai colleghi della Società Italiana Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva, che hanno sottolineato come, se non si interviene subito, tra un mese le rianimazioni saranno piene. Fabretti ha detto:
“Nelle ultime due settimane c’è stato un sensibile incremento dei ricoveri nel reparto di Malattie infettive. Da lì, in automatico, un incremento di posti occupati in Terapia intensiva. Riusciamo a dimettere qualcuno, ma poi arriva un nuovo paziente. A oggi, i posti letto sono tutti occupati” […] “Temo che a dicembre avremo il picco. Bisogna spingere con le terze dosi e convincere chi non si è ancora vaccinato a farlo. E va reintrodotto l’obbligo di mascherina, ovunque, anche all’aperto”.
A chi gli domanda se la maggior parte delle persone ricoverate nel suo reparto sia non vaccinata, il direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione ha replicato:
“Circa nove su dieci non hanno ricevuto alcuna dose. E nel 90% dei casi, chi entra in Terapia intensiva ed è vaccinato esce sulle proprie gambe. Senza vaccino, la percentuale scende di molto. L’età media varia dai 50 agli 80 anni, ma abbiamo avuto anche 35-40enni […] Gli irriducibili, quelli iper convinti, di solito sono pochi. Ma sono anche i più agguerriti. Quando siamo costretti a intubarli […] ci dicono che vogliamo ucciderli. Addirittura che vogliamo rubare loro i soldi. Alcuni ci dicono come dobbiamo curarli, attingendo alle terapie più strane, che non sono previste in letteratura […] Alcuni si scusano e ci ringraziano. Ma sono pochi. Qualcuno chiede quando potrà fare il vaccino”.