Bassetti strizza l'occhio al modello austriaco: "Senza il 90% dei vaccinati ci sarà una quarta ondata"
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Bassetti strizza l'occhio al modello austriaco: "Senza il 90% dei vaccinati ci sarà una quarta ondata"

Il direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico di Genova, ritiene che possa essere adottato il modello Austria dei 2G se non si raggiunge il 90% dei vaccinati ed è favorevole a rilasciare il Green pass solo a vaccinati e guariti

Bassetti
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10 Novembre 2021 - 14.25


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Il modello dei Laender austriaci, in cui vige la ‘regola delle 2G’ – ovvero essere vaccinati o guariti nei sei mesi anche se nei posti di lavoro vale ancora la ‘regola 3G’ che prevede i tamponi rapidi e molecolari – è un modello che fa gola a molti: anche Bassetti lo ha citato .
“Uno strumento che deve essere deciso su base politica ma da medico dico che dobbiamo arrivare al 90% dei vaccinati. Se non dovessimo riuscirci, potrebbe essere adottato. Noi medici diciamo che bisogna vaccinare più persone possibili. Alla politica spetta il compito di capire come arrivarci”.
Ai microfoni di iNews24, Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico di Genova, ritiene che possa essere adottato il modello Austria dei 2G se non si raggiunge il 90% dei vaccinati ed?avorevole a rilasciare il Green pass solo a vaccinati e guariti: “Secondo me è una cosa che andava fatta da subito per determinate attività In situazioni di cui si può fare a meno come al ristorante, al bar, al cinema, a teatro, allo
stadio o nei luoghi della movida, dovrebbe poterci andare solo chi è vaccinato o guarito. Diverso è il caso del posto di lavoro, dove va bene presentare il Green pass sia col tampone sia col vaccino”.
Bassetti è favorevole all’estensione dell’obbligo del Green pass “almeno per le attività ricreative. Non solo ci metterebbe ancor più sicurezza, ma incentiverebbe una parte di persone che manca per arrivare al 90% dei vaccini. E’ chiaro che se i numeri della quarta ondata che sta nascendo restano quelli attuali, bisognerà valutare di estenderlo a livello temporale.
Il mese di novembre sarà determinante. Aspettiamo di vedere come andrà. Farei lo stesso anche con lo stato di emergenza. Se continuiamo a reggere con i numeri, possiamo pensare anche di allentare”.
L’infettivologo ritiene che all’Italia non toccherà la stessa sorte di alcuni Paesi europei: “Abbiamo una copertura vaccinale maggiore e un clima diverso. Da noi l’87% degli over 12 è vaccinato con una dose e nel giro di poche settimane con due. Ma
anche in questo caso, bisognerà capire cosa accadrà dalle prossime settimane. In Europa la quarta ondata è partita ormai da un mese. Da noi il freddo è arrivato da appena una settimana e se guardiamo i numeri di oggi sono già cresciuti. Non credo che
avremo la stessa situazione di alcuni Paesi dell’Europa. Ma dobbiamo spingere ancor di più per somministrare le terze dosi alle persone sopra i 60 anni e in un secondo momento a tutti gli altri. La terza dose potrebbe consentirci di andare avanti un po’
di più il tempo”.
Inoltre sui vaccini ai bambini dai 5 agli 11 anni, Bassetti afferma: “Nessuno ha dubbi che le altre vaccinazioni pediatriche servano e siano importanti. Dovremmo valutare senza fare due pesi e due misure. Mi chiedo: perché utilizzare due pesi e due misure con il vaccino anti-Covid? La pertosse, la varicella o il morbillo ad esempio, raramente danno complicazioni gravi, eppure ci si vaccina per non far circolare il virus nella popolazione pediatrica e di conseguenza negli altri. Se gli enti regolatori sono stati dalla parte del cittadino quando hanno approvato i vaccini per gli adulti, lo sono anche adesso nel caso dei bambini. Non credo che l’Fda, l’Ema o l’Aifa approverebbero un vaccino pediatrico senza avere dati che ne dimostrino la sicurezza. I benefici superano i rischi e avremo la sicurezza totale da questo virus quando avremo vaccinato anche i ragazzi a scuola”. Ed aggiunge: “Il Covid è una malattia che sicuramente dà meno complicanze nei bambini, ma non possiamo dire che non le dia. Preferirei prevenire con il vaccino piuttosto che dover curare una bronchiolite post-Covid, una pericardite, o una miocardite. Negli ultimi due casi i rischi col vaccino sono trenta volte inferiori. Nella popolazione pediatrica, un caso su sette ha il post-Covid. Le società scientifiche dei pediatriche hanno preso una posizione a favore delle vaccinazioni. La decisione spetta ai genitori, ma credo che si debba sfruttare l’opportunità di vaccinare anche per il Covid. È una possibilità che va colta e che o da medico mi sento di suggerire”. Infine, un commento sulle manifestazioni No-vax e No-green pass: “Secondo me, in un momento come questo, bisognerebbe evitarle o farle con misure di sicurezza. Nei concerti ad esempio, anche all’aperto, si va col Green pass e lo stesso discorso dovrebbe valere per le manifestazioni. È giusto protestare, ma va fatto in sicurezza. Il caso di Trieste è stato un esempio eclatante: i contagi sono aumentati, insieme ai ricoverati. Queste manifestazioni sono evidentemente frequentate da persone non vaccinate, non usano i dispositivi di protezione individuale e non fanno i tamponi. È chiaro quindi che diventano un rischio dal punto di vista sanitario. Credo che sia giusto manifestare, ma non è sicuro assembrarsi in migliaia in strada. Si deve trovare un modo per protestare in sicurezza e in maniera pacifica”.

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