La Comunità ebraica non vuole Meloni: pesano il caso Fidanza e le parole di Michetti
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La Comunità ebraica non vuole Meloni: pesano il caso Fidanza e le parole di Michetti

C’era il timore di contestazioni o comunque di forti malumori all’interno della Comunità.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni
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15 Ottobre 2021 - 14.23


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Giorgia Meloni aveva deciso di recarsi personalmente alla Sinagoga per depositare una corona di fiori in ricordo del tragico rastrellamento del 16 ottobre 1943.
Ma come racconta sull’Huffingtonpost.it Gabriella Cerami, questa visita è stata giudicata quanto mai “inopportuna” dai componenti della Comunità ebraica soprattutto alla vigilia dei ballottaggi. Quindi, senza alzare i toni, è stata la presidente Ruth Dureghello a chiamare direttamente la leader di Fratelli d’Italia, che in Parlamento rappresenta la Destra italiana, e a chiederle di rinviare a dopo elezioni la sua visita al Ghetto ebraico.

C’era il timore di contestazioni o comunque di forti malumori all’interno della Comunità. Il tam tam è partito ieri sera via chat, via telefono e su Facebook, e non poteva restare inascoltato nei giorni in cui il partito della Meloni è coinvolto in polemiche sulle contiguità con il neofascismo. Basti pensare all’ex capo delegazione di Fdi al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, indagato per finanziamento illecito assieme a Roberto Jonghi Lavarini, detto il “barone nero” condannato per apologia al fascismo. Un video inoltre ritrae lo stesso Fidanza mentre fa il saluto romano e insulta gli ebrei. In fondo la stessa presidente della Comunità, Dureghello, era intervenuta dicendo che “non può esserci spazio nei partiti dell’arco costituzionale per chi fa il saluto romano, inneggia a Hitler e insulta neri e ebrei”. Nell’Italia che promulgò le leggi razziste, come le ha definite giustamente Draghi, non ci possono essere ambiguità su questo”.

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È vero che Meloni ha sospeso Fidanza dal partito ma è altrettanto vero che fa fatica a recidere i legami con i gruppi che si rifanno all’ideologia fascista e a fare una dichiarazione forte di antifascismo. Come se non bastasse ci sono vecchie frasi del candidato sindaco di Roma Enrico Michetti, scelto da Giorgia Meloni, in cui diceva che “per gli ebrei c’è stata più pietà perché avevano le banche”. L’aspirante primo cittadino si è scusato con la Comunità ebraica ma certamente, nella giornata in cui viene ricordata a 78 anni di distanza la deportazione di 1259 persone, ne tornarono solo otto, la visita della delegazioni di Fratelli d’Italia, ancora in campagna elettorale, non è apparsa adatta al momento politico in corso.

“Purtroppo – scrive Giorgia Meloni in una nota – ci è stato fatto sapere che all’interno della Comunità non tutti erano d’accordo nel portare questa testimonianza alla vigilia delle elezioni”. La leader di Fratelli d’Italia appare sorpresa, ma la reazione della Comunità ebraica era prevedibile dopo le aspre polemiche delle ultime settimane. I rapporti tra la presidente Dureghello e Meloni restano ottimi, chiariscono fonti della Comunità ma per lo sdoganamento della sua immagine Meloni dovrà attendere.

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