L'Oms avverte l'Europa: vaccinazioni rallentate, rischiate altri 236mila morti entro fine anno
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L'Oms avverte l'Europa: vaccinazioni rallentate, rischiate altri 236mila morti entro fine anno

Il direttore regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'Europa, Hans Kluge, esorta ad aumentare la capacità di produzione e a condividere le dosi disponibili mettendo da parte eventuali tentazioni nazionaliste

Hans Kluge, direttore europeo dell'Oms
Hans Kluge, direttore europeo dell'Oms
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30 Agosto 2021 - 16.57


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L’Europa, partita a razzo con le vaccinazioni, arrivando anche a superare gli Usa, sta rallentando inspiegabilmente. L’Organizzazione mondiale della sanità ritiene “affidabile” una proiezione secondo cui da oggi al primo dicembre in Europa potrebbero contarsi altre migliaia di morti a causa del Covid. 
Lo riferisce il direttore regionale dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge, parlando di una previsione di 236mila decessi nei prossimi tre mesi. Intanto, secondo la Johns Hopkins University, il bilancio complessivo dei morti da inizio pandemia nel mondo supera i 4,5 milioni.
Kluge definisce come “profondamente preoccupanti” i livelli di alta trasmissione del virus registrati, dicendo che 33 dei 53 Paesi dell’area Europa dell’Oms hanno riportato nelle ultime settimane un aumento di casi del 10% o più.
Vaccinazioni rallentate in Europa Nelle ultime sei settimane, prosegue il dirigente dell’Oms, le vaccinazioni sono diminuite del 14%, a causa di una mancanza di accesso ai vaccini in certi Paesi e la mancanza di un’accettazione della vaccinazione in altri”. Kluge esorta quindi ad aumentare la capacità di produzione e a condividere le dosi disponibili mettendo da parte eventuali tentazioni nazionaliste. 
“Terza dose di richiamo non è un lusso”Una terza dose di richiamo del vaccino, secondo Kluge, è un modo per mantenere i più vulnerabili al sicuro e “non un lusso. “Una terza dose di vaccino non è un richiamo di lusso tolto a qualcuno che sta ancora aspettando un primo vaccino. E’ fondamentalmente un modo per proteggere i più vulnerabili”, spiega ancora il dirigente Oms.

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