Una storia che ha dell’assurdo: due figlie no vax non hanno voluto per il genitore ultranovantenne il sangue di una persona vaccinata per Covid-19.
Irremovibili anche di fronte alla possibilità di curare il padre con una trasfusione.
E la trasfusione non si fa, infatti, non si farà. È accaduto all’ospedale Infermi di Rimini, tra lo sconcerto del personale sanitario che ha provato a fornire spiegazioni e rassicurazioni.
I timori delle figlie – Secondo quanto riferito dal personale sanitario, le figlie si sarebbero opposte perché pretendevano di sapere prima se il sangue provenisse da un donatore vaccinato contro il coronavirus.
Temevano che al padre ricoverato sarebbe stato iniettato l’Rna, la molecola alla base dei vaccini più comuni usati in questo periodo, Moderna e Pfizer.
A nulla sono valse le spiegazioni del personale. Tra l’altro le donazioni sono anonime. Le due non hanno acconsentito alla trasfusione che, nel caso specifico, non era una terapia salvavita ma parte di un percorso terapeutico per accelerare la ripresa del paziente.
Il sangue dei vaccinati è identico a quello dei non vaccinati – “La notizia è sconcertante – ha commentato Vincenzo De Angelis, direttore del Centro Nazionale Sangue -. Sostenere teorie che mettono in dubbio la sicurezza delle trasfusioni, oltretutto in un periodo in cui si registrano carenze di sangue, è pericoloso, potrebbe allontanare dalla donazione persone che invece sarebbero interessate. Ribadisco, come abbiamo sempre sostenuto, che il sangue dei vaccinati è esattamente identico a quello dei non vaccinati. Si può donare, e ovviamente ricevere, in completa sicurezza”.
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