Le terapie intensive stanno tornando a popolarsi di malati Covid che, nella maggior parte dei casi, risultano essere i non vaccinati.
“Oggi arrivano più pazienti positivi al coronavirus, ma i ricoveri riguardano chi non si è vaccinato. Il ritorno a settembre proporrà il riacutizzarsi delle patologie croniche”. Alberto Zangrillo guida l’Anestesia e la Rianimazione ed è prorettore all’Università Vita Salute del San Raffaele, al Corriere della Sera ha detto: “Il vaccino? Uno zoccolo duro di scettici non lo farà mai. Basta campagna del terrore, pensiamo agli altri malati”.
Il problema non è un’epidemia che da 18 mesi sta stravolgendo le nostre vite?
″È arrivato il momento, oggi più che mai, di occuparsi degli altri malati: gli oncologici, i cardiopatici, chi ha malattie neurologiche e patologie croniche. Sono malati dimenticati, con situazioni che si stanno riacutizzando e che rischiano di aggravarsi in modo irrimediabile”.
La sua proposta?
“Una cabina di regia governativa che, nel rispetto dell’autonomia delle Regioni, fissi obiettivi e metta risorse per tornare a seguire chi sta davvero male. In agenda, poi, bisogna tornare a mettere il tema della prevenzione che nel breve periodo porta a spendere, ma che sul lungo fa risparmiare il servizio sanitario e dà qualità di vita”.
Le immagini delle città e delle spiagge, però, non ci consegnano gente chiusa in casa. Quali cautele servono?
“Innanzitutto, fare capire bene che chi si vaccina è protetto dalla malattia in forma grave e dal rischio di morte. E per farlo capire, ritorno al punto di partenza, bisogna smetterla di comunicare il numero dei contagi che da soli non dicono nulla”.
Com’è possibile convincere gli scettici del vaccino?
“L’asino non diventerà mai un purosangue! Non lo dico, beninteso, in tono offensivo. Mi limito a un dato di fatto”.
Cosa intende?
“Come scritto anche da Nature, quasi il 20% della popolazione non si vaccinerà. E su questo c’è poco da fare. C’è uno zoccolo duro di scettici che è difficile da scalfire”.
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