Gimbe avverte: anticipare i richiami agli over 60 contro la variante Delta

Oltre due milioni di ultra sessantenni non hanno ancora ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino, troppi affinché la campagna vaccinale sia del tutto efficace

Gimbe
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1 Luglio 2021 - 11.40


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Gimbe torna a richiamare, ancora una volta, l’attenzione sulla variante Delta e la campagna vaccinale delle persone più a rischio, gli over 60. “A oggi dei 17.886.878 over 60, 2.384.966 (13,3%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino e 4.648.515 (26,0%) sono in attesa di completare il ciclo con la seconda dose: 3.154.159 con AstraZeneca, 1.286.101 con Pfizer-BioNTech e 208.255 con Moderna: in tutto sono dunque oltre 7 milioni i soggetti over 60 parzialmente o totalmente esposti a rischio di malattia grave che non hanno adeguata copertura contro la variante”. E’ l’allarme lanciato dall’ultimo report della Fondazione Gimbe.
“Pur non conoscendo al momento l’esatta prevalenza della variante delta in Italia – spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – la sua maggiore contagiosità e, soprattutto, la documentata limitata efficacia di una singola dose di vaccino richiedono una rivalutazione delle strategie vaccinali per minimizzarne l’impatto clinico e quello sui servizi sanitari”.
Secondo Gimbe, “due gli obiettivi prioritari: da un lato raggiungere il maggior numero possibile di over 60 che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, dall’altro anticipare quanto possibile la somministrazione della seconda dose in questa fascia anagrafica”.
Tuttavia, “se per i vaccini a mRna l’intervallo minimo tra le due dosi può essere riportato a quello originale (21 giorni per Pfizer-BioNTech e 28 giorni per Moderna), diverso è il caso di AstraZeneca – avverte il report – Infatti, se il richiamo sarebbe formalmente permesso dalle indicazioni del foglietto illustrativo a partire dalla quarta settimana successiva alla prima somministrazione, la circolare ministeriale numero 5079 del 9 febbraio 2021 raccomanda un intervallo ottimale di 10-12 settimane per garantire una maggiore efficacia del vaccino”.
Gimbe propone quindi di rimodulare la campagna vaccinale negli over 60. Prime dosi: “Offrire solo vaccini a mRna, sia per aumentare l’adesione alla campagna fortemente compromessa dalla diffidenza verso i vaccini a vettore virale, sia per evitare che i nuovi vaccinati restino esposti per le successive 10-12 settimane alla variante delta senza adeguata copertura”. Per le seconde dosi Pfizer-BioNTech e Moderna: “Somministrare la seconda dose rispettivamente a 21 e 28 giorni, anticipando i richiami fissati a intervalli più prolungati”.
Per AstraZeneca: “Estendere l’autorizzazione Aifa per offrire la vaccinazione eterologa anche agli over 60 (al momento ‘off label’), permettendo così di anticipare la seconda dose a 8 settimane dalla prima. In alternativa – prosegue la Fondazione – mantenendo il ciclo completo con AstraZeneca, per proteggere gli over 60 non adeguatamente coperti dalla singola dose contro la variante delta, occorrerebbe ripristinare misure non farmacologiche più rigorose”.
“Se per contrastare la diffusione della variante delta – conclude Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – devono tornare in campo i servizi territoriali potenziando contact tracing, sequenziamento e screening alle frontiere, per limitare l’impatto della COVID-19 severa e delle ospedalizzazioni occorre accelerare la somministrazione della seconda dose negli over 60. Ma serve una scelta strategica univoca, senza fughe in avanti delle Regioni, allineata con le indicazioni autorizzate dei vaccini e adeguatamente comunicata alla popolazione, anche perché, in relazione alle scorte di vaccini disponibili, nuove vaccinazioni e richiami degli under 60 potrebbero dover subire un rallentamento”.

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