Gervasoni (indagato per vilipendio a Mattarella): "Ma quando attaccano Salvini e Meloni non succede nulla"
Top

Gervasoni (indagato per vilipendio a Mattarella): "Ma quando attaccano Salvini e Meloni non succede nulla"

Parla il professore che si dice vicino a Fratelli d'Italia: "Se diventa vilipendio la critica politica allora vuol dire che siamo in un regime"

Marco Gervasoni, professore di Storia contemporanea
Marco Gervasoni, professore di Storia contemporanea
Preroll

globalist Modifica articolo

12 Maggio 2021 - 15.08


ATF

Il professor Gervasoni, anche lui indagato insieme ad altri 11 per vilipendio al presidente della Repubblica Mattarella, utilizza il vittimismo come arma per difendersi dalle accuse a lui rivolte dalla procura, riferendo che nessuno alza un dito quando vengono insultati sui social Salvini e Meloni.
Il docente universitario dell’ateneo del Molise nel suo sfogo però si “dimentica” di tutti quegli esponenti politici di sinistra vengono denigrati e minacciati continuamente da persone vicine alla sua ideologia politica o in generale all’estrema destra.
“L’unico reato per cui sono indagato è vilipendio al presidente della Repubblica a mezzo social su twitter. La cosa curiosa è che il mio profilo è pubblico, e tutti possono andare a vedere cosa ho scritto, quindi non so perché ci sia stato bisogno di cercare altre prove scaricando tutti i miei materiali e portando via due pc”.

Così Marco Gervasoni indagato vilipendio nei confronti del capo dello Stato..
“I Carabinieri del Ros sono stati molto corretti, gentili e attenti – sottolinea Gervasoni – ma è stata certo una sorpresa trovarmi gli uomini del reparto speciale, quelli che normalmente si occupano di Totò Riina e dei jihadisti, alla porta di casa… io sono un professore universitario e la mia è stata solo legittima critica politica”.
Certo, ammette il docente, “sul mio profilo i post contro il presidente della Repubblica ci sono, perché io l’ho criticato diverse volte, però sono tweet di critica politica, assolutamente non minacce. E se diventa vilipendio la critica politica allora vuol dire che siamo in regimi di altro tipo…. Fa effetto”.
Peraltro, aggiunge, “avevo 21mila follower e l’account mi è stato sequestrato, in questo modo la mia libertà di espressione è stata fortemente limitata”. In ogni caso, aggiunge, “io sono tranquillo: non troveranno nei miei dispositivi nessun contatto con ambienti eversivi e i tweet sono pubblici, quindi non vedo che elementi di novità possano emergere dalle indagini, se non a mio discarico”. 
“Da storico che lettura do di questa vicenda? Il primo dato di contesto è quello che ci troviamo di fronte a una grave crisi interna alla magistratura – sottolinea Gervasoni – una sorta di guerra civile.
Un altro dato di contesto è che non è la prima volta che qualcuno viene indagato per vilipendio, è successo anche recentemente, ma si sta alzando il tiro colpendo figure più note e collocate in una certa area politica.
Tra l’altro, io non è che sono di estrema destra, sono vicino a Fdi, non ho nulla a che vedere con l’estremismo… Quindi, secondo la mia lettura, da un lato c’è il tentativo di deviare su altri problemi e dall’altro quello di zittire, impaurire, perché, com’è successo a me, può accadere ad altri, e quindi prima di scrivere qualcosa contro il Capo dello Stato la prossima volta ci si penserà due volte… Anche perché si tratta di un reato che comporta in teoria fino a 5 anni di carcere…”.
Una questione a parte è quella dei media. “Alcuni giornali hanno sbattuto il mostro in prima pagina – dice il docente – scrivendo anche cose false: che sarei indagato per istigazione alla violenza o associazione per delinquere, che sarei antisemita perfino, quando uno degli ultimi post che avevo fatto era pro Israele”.
Poi c’è la questione politica: “Sui social possono istigare alla violenza contro Meloni, contro Salvini e non succede niente… è vero che non sono il capo dello Stato ma nessun magistrato se ne occupa, e invece si occupano della critica politica al presidente della Repubblica, come quella avanzata dal sottoscritto e dalla giornalista Francesca Totolo, ad esempio”.
Gervasoni intravede una deriva liberticida “in Italia e in tutti i paesi occidentali” e “su vari versanti”, che adesso, aggiunge, “sta interessando anche media e social, che fino a poco tempo fa erano uno strumento di libertà individuale e adesso sono censurati sia dai propri ‘editori’ sia dalla magistratura”.

Leggi anche:  X si riempie di fake news, razzismo e odio: in centinaia se ne vanno
Native

Articoli correlati