Operatori sanitari vaccinati si reinfettano: l'ospedale di Taormina diventa un caso
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Operatori sanitari vaccinati si reinfettano: l'ospedale di Taormina diventa un caso

De Palma (Nurising UP): "Apparentemente sembrerebbero cifre irrisorie, ma in realtà ciò che ci preoccupa di più è la scarsa attenzione che le Regioni stanno dando a questi accadimenti"

Operatori sanitari
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5 Maggio 2021 - 09.33


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La spia d’allarme arriva dall’ospedale di Taormina dove si stanno scoprendo, man mano che il tempo passa, nuovi operatori sanitari già vaccinati che si reinfettano di Covid. Ma giungono notizie simili anche da altre parti d’Italia.
“Aumenta di ora in ora il numero degli operatori sanitari contagiati presso l’ospedale di Taormina. Secondo quanto ci riferiscono i nostri referenti, il focolaio sarebbe divampato lo scorso 2 maggio nel reparto di cardiologia”. Così in una nota Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up.
“Inizialmente gli infermieri, tutti già regolarmente vaccinati, che si sono re-infettati di Covid – spiega – erano solo 2, rispetto agli 11 casi totali tra pazienti e operatori socio sanitari. Ora, secondo le nostre fonti ufficiose, i casi sono saliti a 20 in poche ore, con gli infermieri contagiati che sarebbero già 5. 
Mentre attendiamo che la locale Direzione sanitaria confermi i dati ufficiali, abbiamo realizzato un report sindacale per capire quello che sta accadendo in Italia nelle ultime settimane”.
Oltre a Taormina, continua De Palma “ci sono due infermieri contagiati al Policlinico di Messina sempre nelle ultime 24 ore. E poi in precedenza abbiamo i 7 infermieri di Abbiategrasso, i 2 di Pesaro e poi i casi precedenti del Moscati di Avellino (in tutto 3 infermieri), di Brescia e di Latina rispettivamente con 2 e 5 colleghi infettati”.
“Apparentemente sembrerebbero cifre irrisorie – aggiunge De Palma – ma in realtà ciò che ci preoccupa di più è la scarsa attenzione che le Regioni stanno dando a questi accadimenti. Si tratta come detto di infermieri che hanno ricevuto regolarmente la seconda dose del vaccino tra gennaio e febbraio”.
“Le motivazioni dei contagi degli infermieri già vaccinati non possono essere semplicemente legate alla già nota non totale efficacia dei farmaci. 
Tutto questo non è sufficiente. Le Direzioni sanitarie fanno difficoltà a fornire informazioni ufficiali e questo ci lascia pensare, ancora una volta – si legge nella nota del sindacato – che siamo di fronte a quella superficialità che più volte abbiamo già pagato sulla nostra pelle durante questa emergenza sanitaria”.
Ciò che preoccupa gli infermieri, spiega il sindacato “ancora una volta, la mancanza di politiche di programmazione tempestive ed omogenee, come gli screening di misurazione del livello anticorpale sul personale sanitario che noi come sindacato continuiamo a chiedere a gran voce alle aziende sanitarie.
Solo così, evidentemente, si potrà agire ‘preventivamente’, per evitare l’esposizione al rischio contagio di quei colleghi già vaccinati, che operano nei reparti con pazienti fragili, e che potrebbero involontariamente diventare veicolo di contagio essi stessi nel momento in cui si infettano anche se già sottoposti alla seconda dose”.

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