Il virologo Menichetti: "C'è un clima da liberi tutti e ripartenze senza prudenza"
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Il virologo Menichetti: "C'è un clima da liberi tutti e ripartenze senza prudenza"

Primario di Malattie infettive dell'ospedale di Pisa, sugli assembramenti di ieri in piazza Duomo a Milano dopo la vittoria nerazzurra del campionato di calcio

Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa
Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa
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3 Maggio 2021 - 17.04


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Tutti gli scienziati stanno alzando la voce in coro contro gli assembramenti di ieri in piazza Duomo, giudicandoli irresponsabili e come una minaccia per i sacrifici compiuti fino ad ora.
“I festeggiamenti per lo scudetto dell’Inter? Non a caso i tifosi vengono definiti tali. Quando si parla di tifosi, si fa riferimento alla confusione mentale che coinvolge il paziente con l’infezione da tifo: uno stato di obnubilazione e confusione psico-motoria tipico di una malattia infettiva. 
Dunque il tifoso è tale e ha l’attenuante dell’incapacità di intendere e di volere”. Così  il virologo Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive dell’ospedale di Pisa, sugli assembramenti di ieri in piazza Duomo a Milano dopo la vittoria nerazzurra del campionato di calcio.
“Al di là di tutto – sottolinea – si coglie un clima da liberi tutti e quindi i festeggiamenti per lo scudetto dell’Inter, così come quelli per la risalita in B del mio Perugia in piccolo, fanno parte di questo nuovo convincimento da parte delle persone che hanno ritenuto il 26 aprile, data delle riaperture, il D-day. 
Non una ripartenza nella prudenza e nell’impegno a rispettare le regole mentre si porta avanti la campagna vaccinale, ma una sorta di ‘da adesso in poi si torna a fare quello che ci pare’. Il segnale è sicuramente negativo – riflette Menichetti – perché le aggregazioni sono aggregazioni pericolose, con troppa gente ammassata che non rispetta né il distanziamento né indossa correttamente le mascherine. 
Poi, se questo si andrà a trasformare in una ripresa della diffusione del contagio, lo vedremo. Però è bene stigmatizzarlo”. 
Quanto alla necessità di un intervento delle forze dell’ordine in casi come quello di ieri, per Menichetti “bisognerebbe piuttosto cercare di costruire una rete preventiva degli assembramenti”. Soprattutto nel caso di questo tipo di eventi “che sono prevedibili, per cercare di tenere a bada i bollenti spiriti.
Ma questo – sottolinea il virologo – vale per piazza Duomo come per i Navigli, per le piazze della movida romana o per il lungomare di Napoli. I tifosi sono la punta dell’iceberg, ma se poi andiamo a vedere la movida romana o bolognese o le passeggiate napoletane, hanno la stessa identica valenza senza avere nessuna occasione di festeggiamento. Semplicemente, sono la cartina di tornasole che la gente è convinta che ne siamo fuori”.
Invece, ammonisce Menichetti, “almeno da qui a fine maggio dobbiamo continuare ad assumere un atteggiamento di rigoroso rispetto delle regole, affinché si possa portare la campagna vaccinale a compimento per lo meno per l’obiettivo di tutela degli ultrasessantacinquenni. 
Quando avremo messo in sicurezza la fascia più esposta (il 95% dei morti per Covid – ricorda – riguarda over 60), si potrà cominciare a respirare meglio. Sennò rischiamo”.

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