L'immunologo Palma: "Vaccini anti-Covid ai più giovani, ma solo se vulnerabili"
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L'immunologo Palma: "Vaccini anti-Covid ai più giovani, ma solo se vulnerabili"

Il professore del Bambin Gesù: "La gran parte dei pazienti pediatrici non ha una sintomatologia importante. Allo stesso tempo sappiamo che la vaccinazione di per sé non rappresenta al 100% una garanzia di non trasmissione del virus”

Paolo Palma
Paolo Palma
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30 Aprile 2021 - 07.45


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Il professor Paolo Palma, responsabile di Immunologia clinica e vaccinologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, nel giorno in cui Biontech, produttrice insieme a Pfizer del vaccino anti-Covid, ha annunciato di aver presentato i dati a sostegno della vaccinazione per la fascia 12-15 anni a partire da giugno.

A quanto sembra questa fascia d’età al momento ha un rischio potenziale da Covid-19 piuttosto basso.

“La gran parte dei pazienti pediatrici non ha una sintomatologia importante. Allo stesso tempo sappiamo che la vaccinazione di per sé non rappresenta al 100% una garanzia di non trasmissione del virus. Quindi il razionale della vaccinazione in questa fascia di età deve essere a mio parere pesato molto bene”.

Il Bambino Gesù sta portando avanti la vaccinazione sui piccoli pazienti estremamente vulnerabili con il progetto “Convers”, guidato dal prof. Palma. Che esprime qualche perplessità su una vaccinazione ampia a questa fascia di età, nel caso in cui non ci siano particolari fragilità:

“Al momento vorrei essere certo innanzitutto di avere obiettivi chiari da ottenere con la vaccinazione. Se l’obiettivo è la riapertura delle scuole, risulta fondamentale la vaccinazione sia dei genitori che dei ragazzi, che del personale scolastico. Se si riesce a coprire questa fascia di popolazione abbiamo chiaramente un certo grado di protezione”.

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E quali invece i rischi? “I dati sulla sicurezza sono molto buoni, nel breve termine. Ricordiamoci che stiamo parlando di un vaccino nuovo e non abbiamo dati a lungo termine, per quanto mRna viene rapidamente degradato una volta fatto il suo dovere di trasmissione. Quindi di per sé non dovrebbe essere un vaccino che dà dei problemi a lungo termine, anche se ci mancano i dati. Non ci sono quindi rischi potenziali, ma occorre valutare i benefici”.

 

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