Cittadinanza a Zaki: Draghi sceglie il metodo Ponzio Pilato
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Cittadinanza a Zaki: Draghi sceglie il metodo Ponzio Pilato

Il portavoce di Amnesty International è imbufalito "E' una doccia fredda che ha lasciato tutti noi perplessi"

Mario Draghi
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16 Aprile 2021 - 17.56


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Se Mario Draghi non ha avuto remora nel definire Erdogan un dittatore, scatenando le reazioni pesanti della Turchia nei nostri confronti, con il caso Patrick Zaki ha preferito lavarsi le mani e “scaricare” al Parlamento la decisione di concedere la cittadinanza italiana al giovane detenuto nel carcere della capitale egiziana.
“Sono imbufalito”.
Oggi, il premier Mario Draghi, dicendo che la decisione se dare o meno la cittadinanza italiana a Patrick Zaki è una questione ‘limitata’ al Parlamento assume “una presa di posizione grave.
E’ come se avesse gettato un secchiello di cubetti di ghiaccio intorno a una questione che invece ha coinvolto 200.000 persone, enti, istituzioni, che ha fatto venire Liliana Segre…”. Sono le parole di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia che, intervistato dalle 6.000 Sardine in un incontro online dedicato a Zaki, commenta l’esternazione del premier Draghi.
E’ “una doccia fredda che ha lasciato tutti noi perplessi”, continua Noury, dicendo che solo 48 ore dopo che la mozione per la cittadinanza a Zaki è passata al voto del Senato le parole di Draghi “sono una doccia fredda”.
Ma che stiamo dicendo? Ma veramente? Se il Parlamento esprime un indirizzo, il Governo è obbligato a dargli seguito”.
Noury si augura che, quella di Draghi, “sia stata una frase detta sbagliando, non concentrandosi”.
Del resto, “io ho sempre detto che con Draghi ci sarebbe stato un problema di empatia”, replica Mattia Santori, leader del movimento delle Sardine mentre cerca di ‘giustificare’ la frase di Draghi.
“Sara’ uno stile di Governo, non so, ma poi va commisurato sui singoli argomenti.
Qui- continua Noury- si tratta della vita di una persona che da oltre un anno sta in prigione con condizioni igienico sanitarie pessime”.

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