Galli: "Sospendere il vaccino è stato un errore che causerà molti morti"
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Galli: "Sospendere il vaccino è stato un errore che causerà molti morti"

Ha parlato l'infettivologo dell'ospedale Sacco e dell'università Statale di Milano sullo stop dei vaccini AstraZeneca e Johnson&Johnson

Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco e dell'università Statale di Milano
Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco e dell'università Statale di Milano
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15 Aprile 2021 - 09.54


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Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università Statale di Milano, interviene ad ‘Agorà’ su Rai3 dopo l’ultimo stop deciso in Usa per il prodotto di Janssen, il cui lancio è stato rimandato anche in Europa.
Sospendere la somministrazione del vaccino anti Covid per rari casi di trombosi, come successo con AstraZeneca e Johnson & Johnson, è “un errore che farà molti morti”.
“Si deve accettare il concetto che, nell’ambito di milioni di vaccinati, possono emergere delle ‘magagne’, chiamiamole così.
E queste magagne bisogna capire se sono da vaccino oppure no.
E comunque, nella loro dimensione, non devono far cessare una campagna vaccinale la mancata esecuzione della quale certamente si può associare e si assocerà a molti morti”, dice Galli.

“Anche quello russo”, lo Sputnik V, “che secondo me è un buonissimo vaccino – ha sottolineato l’esperto – potrebbe, utilizzato in milioni di persone, cosa che non è ancora successa, avere come tutti gli altri, e sottolineo come tutti gli altri, qualche magagna”.

Ma fermare una campagna di immunizzazione per un evento raro al momento neppure correlato con certezza alla vaccinazione, secondo Galli è un errore e costerà delle vite. “Ricordo quanti morti abbiamo già avuto in Italia”, oltre 115mila.
“Ho anche smesso di fare la conta – dice il medico – perché non ne posso più della conta dei morti”.

“Questo tipo di problematiche”, ossia le trombosi rare segnalate dopo la somministrazione dei vaccini anti-Covid di AstraZeneca e Janssen, “si sono viste soprattutto nel sesso femminile e soprattutto in una fascia d’età” giovanile.
Allora “in fase prudenziale escludiamo quelle fasce, perché allargando la prudenza avremo un rallentamento” delle immunizzazioni che causerà più infezioni e più morti, e che “ci costringerà a rallentare le aperture”, dice ancora Galli, che auspica “limitazioni molto precise” nel caso in cui si decida anche per il vaccino J&J di restringere le somministrazioni a particolari categorie.

“Se, come pare, questo tipo di situazione”, questi eventi tromboembolici rari, “riguarda una particolare fascia d’età e soprattutto il sesso femminile – ha ragionato l’esperto – potrebbero essere date indicazioni togliendo per il momento dalla somministrazione quella fascia d’età e il sesso femminile. Questa potrebbe essere la soluzione intermedia più favorevole”, vale a dire ‘restringere le restrizioni’ il più possibile.

Perché “certamente – ha avvertito il medico – più limitiamo l’utilizzo di determinati vaccini che erano previsti in senso più ampio, più rallentiamo un processo di vaccinazione dal quale dipende la possibilità vera di riaperture e la soluzione del problema. Non ci sono dubbi rispetto a questo”.

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