Nella lotta al Covid non sciupiamo tutto con superficialità, maldicenza e scontentezza
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Nella lotta al Covid non sciupiamo tutto con superficialità, maldicenza e scontentezza

Ci sono stati singoli e categorie, anche tra i politici, che hanno aggirato le regole o tentato di farlo auto attribuendosi ragioni sanitarie e socio economiche.

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Nuccio Fava Modifica articolo

30 Marzo 2021 - 14.28


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Sono giornalista da oltre 50 anni e ho superato gli ottanta. Ne ho viste di tutti i colori ma mi ha fortemente sconcertato la tentazione diffusa di non rispettare le file e addirittura anticipare pretestuosamente i turni con motivazioni fasulle. Come se non mancassero i problemi seri, ci sono stati singoli e categorie, anche tra i politici, che hanno aggirato le regole o tentato di farlo auto attribuendosi ragioni sanitarie e socio economiche. Addirittura ci sono stati amministratori locali che in ragione della loro professione hanno provato a farsi inserire in liste riservate per gli ordini professionali dei medici e del personale sanitario e in alcuni casi ci sono riusciti. E’ stato necessario l’intervento della magistratura, ma a prescindere da eventuali aspetti giudiziari e penali, l’aspetto più impressionante è che cose del genere possono accadere nel pieno di una crisi pandemica così allarmante da mettere in difficoltà l’intera società umana. 
Non sono mancati del resto atteggiamenti no vax e addirittura personale sanitario contrario o dubbioso sulle vaccinazioni che ha provocato infezioni multiple in ospedali e centri per anziani. Tanto da far invocare provvedimenti del governo contro medici e personale sanitario irresponsabile da assegnare ad altre mansioni non a contatto con malati Covid, o addirittura licenziarli. 
Una ulteriore piccola grana per governo o parlamento che farà sprecare in ogni caso tempo e risorse che andrebbero invece tutte concentrate nella lotta al virus. In compenso sembra attenuarsi l’incomprensione tra regioni e governo centrale. Grazie soprattutto alla guida di Mario Draghi e alla sua impostazione efficace riguardo alle nomine fatte per la gestione unitaria e meglio disciplinata dei vaccini. Inevitabile, come si è dolorosamente visto per Astrazeneca, l’emergere di responsabilità ed errori in sede europea dove per prima l’Italia ha denunciato le colpe delle case farmaceutiche sollecitando la richiesta della riparazione da parte dei responsabili e il mantenimento del numero di dosi convenute .      Purtroppo è ancora difficile sapere quando usciremo dalla pandemia . Non tutto però è catastrofico, ma ancora forse disomogeneo. Vale per esempio nel mio piccolo l’esperienza molto positiva della mia vaccinazione come cittadino over 80. Già  da 10 giorni ho ricevuto anche la seconda dose nell’ospedale San Andrea dove la funzionalità e la professionalità degli operatori ha dimostrato che pure in Italia e a Roma le cose possono funzionare . Al punto che la sera prima della seconda dose, sono stato raggiunto da un sms che mi ricordava l’appuntamento per l’indomani.                                                                       Non tutto quindi è nero pesto perché prospettive nuove e impegnative si annunciano. Una partita seria e ancora aperta e che contiene il grosso nodo storico dei passi in avanti che l’unione europea deve compiere per assolvere il suo ruolo. Significativa in questo senso più ampio, la partecipazione del nuovo presidente americano Biden al consiglio europeo della scorsa settimana, avvio fiducioso di un nuovo rapporto tra le due sponde dell’Atlantico e l’orientamento manifestato già  dalla nuova amministrazione anche nei confronti del Patto Atlantico e la stessa area del Mediterraneo e Africa. 
Nonostante l’orribile morbo sottolineato dal mutare verso il rosso di tutto il paese e che procede seminando morti e ricoveri sarebbe però irresponsabilmente superficiale smarrire segnali così importanti che ci sollecitano ad una maggiore attenzione sul quadrante europeo e mondiale rispetto al quale l’Italia ha da esprimere il suo ruolo e le sue nuove potenzialità.

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