Il primario della terapia intensiva di Chieti: "La situazione resta critica"
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Il primario della terapia intensiva di Chieti: "La situazione resta critica"

Terapie intensive sature e operatori allo stremo delle forze: questa è la situazione descritta Salvatore Maurizio Maggiore, primario di terapia intensiva dell'ospedale abruzzese Ss. Annunziata

Operatore terapia intensiva
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17 Marzo 2021 - 17.14


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Salvatore Maurizio Maggiore, primario di terapia intensiva dell’ospedale di Chieti, traccia il quadro dell’epidemia in Italia: “Una situazione critica: non abbiamo al momento segnali di diminuzione di pressione sulle terapie intensive.
Globalmente in Abruzzo sembra esserci qualche piccolo segnale di maggior controllo del contagio.
E questo fa sperare. Ma al momento non vediamo effetti concreti, in particolare sulle terapie intensive”.

Poi ha invitato tutti “a non mollare, anche sulle misure di contenimento. Come noi i cittadini sono stanchi, ma serve ancora che ognuno faccia la sua parte per far scendere i contagi”.

Ha continuato: “Stiamo continuando a lavorare per trovare soluzioni che ci consentano di avere nuovi posti in terapia intensiva e, per il momento, ci stiamo riuscendo, ma reagiamo sempre sul singolo letto che riusciamo a liberare.
Viaggiamo sul limite: se ci arrivano 5 pazienti in contemporanea entriamo in crisi.
Per ora siamo in equilibrio. Ma è un equilibrio instabile”. La scorsa settimana “la cabina di regia nazionale ha certificato una riduzione dell’indice Rt sull’Abruzzo. Quindi c’è una riduzione sui contagi.
Ma questi sono dati medi. Speriamo che la zona rossa che, si sta mantenendo da lungo tempo, possa dare presto qualche segnale. Per ora però noi, questo segnale, non lo stiamo vedendo.
Ci auguriamo che per fine mese ci possa essere una flessione”.

Gli operatori sono stanchi.
Infine conclude: “La stanchezza è decisamente importante. E’ una stanchezza fisica, ma anche psicologica ad essere costantemente in prima linea da un anno, con pazienti sempre molto gravi, e con il problema di dover gestire i rapporti delle famiglie a distanza”.

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