Migliore non ha voluto fare nomi sul possibile premier nè per il governo politico nè “tantomeno” per quello istituzionale. “Entro la fine della giornata noi assumeremo una posizione, abbiamo dato disponibilità a un governo politico però siamo anche pronti a un governo istituzionale”, lo ha detto il deputato di Italia Viva Gennaro Migliore intervistato ad Agorà su Rai 3.
“E’ necessaria una svolta garantista sulla giustizia” perchè ci sono state delle “controriforme” come quella sulla prescrizione, ha aggiunto Migliore a proposito di uno dei nodi del tavolo di maggioranza che si riunisce oggi per scrivere un patto di legislatura.
Ieri Rezi pensava di poter dettare ancora la linea, ma dipenderà molto da Pd, M5s e Leu non cedere ai ricatti e, soprattutto, chiedere a Italia viva (semmai farà parte del governo) di piantarla di stare all governo mentre si fa opposizione al governo alla ricerca non si sa di cosa.
“Come è andato il colloquio con Fico? Molto bene. La scelta del presidente Mattarella è stata come sempre saggia. E finalmente si parla di contenuti. Questa crisi non è sul carattere o sulla simpatia: è una crisi sulle scelte da fare per il futuro. Ci sono duecento miliardi da spendere per i prossimi anni. Non si può decidere di farlo con un emendamento notturno studiato all’ultimo secondo: serve la Politica con la p maiuscola. Ora è finalmente chiaro che la crisi nasce per scegliere come impostare il futuro, non perché qualcuno fa i capricci. La verità prima o poi arriva, la verità non è una velina di Palazzo”.
Lo dice il senatore Matteo Renzi, leader di Iv al Corriere della Sera. Perché non ha aperto subito al Conte ter? “Perché questa insistita personalizzazione su Conte tradisce il vero problema. Che non è il nome del premier, ma la direzione del Paese. Chi ha meno esperienza pensa che la politica sia solo uno scambio di incarichi, ma in realtà la vera sfida sono i progetti. La parola potere non è un sostantivo, ma un verbo: poter fare, poter cambiare, poter incidere. Non il potere fine a se stesso per conservare una poltrona. Poi, certo, le idee camminano sulle gambe degli uomini e dunque presto, prestissimo, dovremmo confrontarci sul nome dell’uomo o della donna che siederà a Palazzo Chigi per i prossimi due anni. Ma prima di decidere chi guiderà la macchina, domandiamoci dove vogliamo andare e quali sono i compagni di viaggio”, aggiunge Renzi.
Una parte del Pd, per esempio Goffredo Bettini, ipotizza il ritorno al voto. “È il solito spauracchio per terrorizzare qualche parlamentare preoccupato. Prima di votare c’è da fare il Recovery plan, gestire i vaccini, fare il semestre bianco ed eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Lo sanno anche i muri. Qualche dirigente politico si finge di essere un raffinato stratega giocando la carta della paura sui senatori. Ma tutti sanno che al voto non si andrà prima del 2023. La questione è capire se ci sarà un governo politico o tecnico e chi lo guiderà”. L’ipotesi di un governo Draghi continua a circolare? “Eviterei di tirare per la giacchetta Draghi, una personalità di valore assoluto che stimo moltissimo. Stiamo parlando di una delle riserve più importanti della Repubblica che nessuna forza politica può intestarsi. Se il presidente della Repubblica riterrà di voler sondare o incaricare Draghi lo deciderà lui”.
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