Non vorremmo essere nei panni del social media manager di Carlo Calenda, che ha confermato una realtà già nota ma che comunque getta (o dovrebbe gettare) un’ombra sul ruolo che i politici hanno su Facebook.
La storia è semplice: il social media manager del leader di Azione si è evidentemente dimenticato di cambiare account prima di commentare con un ‘Grazie Carlo’ un post dello stesso Calenda. Il risultato è un comico Calenda che ringrazia sé stesso, già abbondantemente preso in giro su Twitter (e immediatamente cancellato da Facebook, ovviamente).
Che i politici mentano non è cosa nuova. D’altronde, lo stesso era accaduto – con effetti comici ancora più devastanti – a Simone Pillon qualche anno fa. Ma alla fine, non è che questo errore abbia avuto conseguenze tangibili, se non delle prese in giro cui ogni politico, però, è avvezzo. È come se dessimo per scontato che una cosa del genere prima o poi accada. I politici hanno ovviamente migliaia di follower, vuoi che un po’ di questi non siano finti, comprati, inventati di sana pianta? Lo fanno tutti, o almeno tutti coloro che nella complicata giungla social vogliono cercare di contare qualcosa.
E quindi abbiamo accettato anche questo: che i politici mentano in modo ancora più spudorato, che ci prendano in giro sui numeri, sul loro consenso. È un dato di fatto e non ne è esente nessuno: da destra a sinistra, non abbiamo più una classe politica, ma un gruppo di arraffazzonati influencer.
Che jè voi di’?
Fa tutto da solo.#Calenda
pic.twitter.com/JCacoIac8M— 5Spike Protein (@ValeMameli) January 23, 2021
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