Anche Roma in piazza contro le chiusure: "Né fascisti né negazionisti, siamo solo lavoratori"
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Anche Roma in piazza contro le chiusure: "Né fascisti né negazionisti, siamo solo lavoratori"

Sono i membri del neonato Movimento Unito Lavoratori Italiani: "Non siamo contrari alla chiusura, ma quando riapriremo vogliamo ritrovarci come siamo ora e non sottoterra"

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26 Ottobre 2020 - 18.49


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Anche da Piazza dei Mirti, a Centocelle, si leva un coro contro le misure imposte dal nuovo Dpcm: “Conte, alle imprese pagagli le spese”. In piazza gestori di palestre, ma anche imprenditori, baristi, proprietari di locali e ristoranti della zona stanno manifestando per esprimere il loro dissenso contro le ultime regole governative di contenimento dei contagi. Il sit-in fa capo al neonato Movimento Unito Lavoratori Italiani: “Tengo a specificare che non siamo assolutamente negazionisti, fascisti o così irresponsabili da pensare che non servano provvedimenti restrittivi; chiediamo, però, di essere ascoltati da chi ha il potere di decidere della nostra vita”, ha spiegato Davide Di Clemente, titolare di alcune palestre e locali, promotore della manifestazione che ha detto: “Ci siamo autodefiniti M.U.L.I., come i muli, perché siamo quelli che lavorano a testa bassa e tirano avanti sempre”.
Alcune centinaia le persone in piazza, tutti indossano le mascherine. La manifestazione statica, sta vendendo alternarsi al microfono imprenditori e negozianti della zona: “Vanno bene i Dpcm, noi non siamo essenziali al momento secondo il Governo, ma dobbiamo mangiare” ha detto uno degli organizzatori.
“Chiudendo le serrande alle 18 ci condannano a morte – ha detto il proprietario di una palestra di zona – chiudendo le palestre fanno un danno sociale e psicologico”, ha detto il titolare della piscina Salvetti. Un altro imprenditore ha detto dal microfono della piazza: “Non siamo qui in veste politica, io non porto nessuna casacca. Vi dico quattro parole: dipendenti, utenze, affitti e F24. Sono le voci che a noi tolgono soldi tutti i mesi, al di là dei decreti. Anche io ho paura per il sistema sanitario. Non sono contrario alla chiusura, ma quando riaprirò voglio ritrovarmi come sono ora e non sottoterra”, ha concluso innescando l’applauso della piazza.
Prendendo la parola un altro imprenditore di zona ha sottolineato: “Abbiamo deciso di organizzare questa manifestazioine per un problema reale e per chiedere risposte concrete. Qui non stiamo facendo un comizio politico, ci rivolgiamo a Conte perché è lui che è lì in questo momento, ma io non ho preferenze politiche. Se vogliono che rimaniamo chiusi ci devono pagare e devono sostenere le nostre spese. Devono dare i soldi ai nostri dipendenti. Questo è il nostro obbiettivo”.

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