Salvini sfrutta l'omicidio di Don Roberto per la sua propaganda razzista: "Stufo di questi clandestini"

Una generalizzazione che fa male, perché Don Roberto si prendeva cura di tutti e a soffrire per la sua morte sono moltissimi migranti

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15 Settembre 2020 - 15.55


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Don Roberto Malgesini era un prete di strada: l’odio non sapeva cosa fosse e non è giusto come Matteo Salvini stia strumentalizzando la sua morte. 
“Uno dei tanti, troppi clandestini ha sgozzato un parroco che entrava in chiesa. Ne ho le scatole piene di spacciatori, clandestini e delinquenti. E qualcuno ha sulla coscienza i troppi morti, qualcuno ancora adesso sta facendo sbarcare migliaia di persone che non scappano dalla guerra ma la guerra ce la portano in Italia” ha detto Salvini, parlando dell’omicidio. 
Una generalizzazione che fa male, perché Don Roberto si prendeva cura di tutti e a soffrire per la sua morte sono moltissimi migranti, ‘clandestini’ come li chiama Salvini che non possono darsi pace per questo omicidio. L’assassino di Don Roberto è un senza tetto, di origini tunisine, di 53 anni. Ospitato da un dormitorio cittadini, l’uomo ha alle spalle diversi decreti di espulsione dal 2015, l’ultimo sospeso a causa del Covid. Non aveva disturbi psichici certificati, ma gli abitanti del quartiere e la Curia lo descrivono come una persona instabile. Spesso era stato visto davanti a un supermercato della zona che urlava o era in stato confusionale. Era una persona che il don conosceva e assisteva e con il quale pare fosse in buoni rapporti. 
Salvini prende un crimine commesso da un uomo tunisino e lo allarga a tutti i migranti in Italia. Sarebbe coerente se facesse lo stesso con i crimini commessi dagli italiani, come chi ha ucciso Willy e Maria Paola. Sbagliato comunque, ma almeno Salvini non si rivelerebbe per il razzista che è. 

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