Commercialisti arrestati, spunta una cena con Salvini intercettata con il trojan
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Commercialisti arrestati, spunta una cena con Salvini intercettata con il trojan

Il capo della Lega, Calderoli e gli arrestati a Roma per parlare del possibile licenziamento del direttore della Ubi Banca di Seriate. Filiale dalla quale sono passati i soldi leghisti

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12 Settembre 2020 - 08.51


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E adesso vedremo se si tratta solo della sede della film Commission pagata il doppio di quanto era stata comprata dai venditori o se si tratta di trovare i soldi della Lega e chissà cosa.
Agli atti dell’indagine su Lombardia Film Commission che ha portato agli arresti domiciliari i tre commecialisti vicini alla Lega insieme al cognato di uno dei tre e all’indagine sull’elettricista Francesco Barachetti c’è anche il resoconto di una cena romana tra il 26 e il 27 maggio in cui era presente il leader del Carroccio Matteo Salvini.
Con lui seduti al tavolo il commercialista Andrea Manzoni, il vicepresidente del Senato nonché coordinatore delle segreterie nazionali del partito Roberto Calderoli e il senatore bresciano Stefano Borghesi, eletto nel 2018, commercialista di professione e già socio di studio con Manzoni, Alberto Di Rubba, altro indagato nell’indagine, e lo stesso Giulio Centemero, attualmente tesoriere.
Il resoconto delle discussioni tra i quattro è stato possibile redigerlo grazie a un trojan. 
Emerge che al centro dei discorsi c’è Marco Ghilardi, direttore della filiale Ubi Banca di Seriate in provincia di Bergamo, che sta rischiando il licenziamento perché non ha segnalato alcune operazioni sospette relative a conti di società riconducibili proprio a Di Rubba e Manzoni presso la sua banca. 
Perché Salvini, Calderoli, Borghesi e Manzoni si preoccupano del destino di un direttore di banca? Su quel conto in sei anni sono passati circa due milioni di euro. Secondo chi indaga i movimenti dei conti associati alle leghe regionali sarebbe stato un modo per creare casse esterne e sottrarre i soldi del partito a rischio sequestro per la famosa storia dei 49 milioni. 
Il resoconto fatto tramite Fatto e Repubblica prosegue: “I brogliacci colgono la preoccupazione – riferita dagli indagati, intercettati anche col trojan –dei vertici del partito per le vicende della filiale Ubi di Seriate. L’affare è tanto delicato da scomodare per questo incontro riservato e lontano da luoghi istituzionali lo stesso Salvini. Marco Ghilardi, dopo quella cena, sarà licenziato e i commercialisti della Lega si adopereranno per fargli avere un avvocato importante. L’episodio della cena sposta l’indagine oltre il recinto tracciato della vicenda Film Commission.
Tra una portata e l’altra, infatti, il tema non sono solo i soldi, ma quel flusso di denaro che la stessa Unità di informazione finanziaria (Uif) presso la Banca d’Italia aveva segnalato un anno prima. Del resto, già Andrea Manzoni nelle sue spontanee dichiarazioni del 3 settembre aveva spiegato come era stato il tesoriere della Lega Giulio Centemero (non indagato, ma imputato per finanziamento illecito in un’altra inchiesta milanese, relativa all’associazione Più Voci) a coordinare la nomina di Di Rubba alla presidenza della fondazione regionale Lombardia Film Commission. Particolare confermato in un verbale dall’ex assessore regionale alla Cultura Cristina Cappellini.
Quindi la storia dell’immobile acquistato con 800mila soldi pubblici usciti da aziende che avevano al vertice personaggi della Lega è soltanto parte di un capitolo più ampio che fa parte della caccia dei magistrati ai soldi pubblici che la Lega avrebbe dovuto restituire dopo la condanna ricevuta da Umberto Bossi e Francesco Belsito. Tra Roma, Milano, Bergamo e la Svizzera la procura sta tentando di tracciare i soldi arrivati al prestanome Luca Sostegni: secondo la sua testimonianza quel denaro sarebbe servito per la campagna elettorale del 2018. 
C’è da dire che la procura genovese sta usando Nuix Investigator, già sperimentato dall’Fbi sui Panama Papers: un software che “incrocia” ogni dato possibile tra telefoni, carte di credito, conti bancari, indirizzi mail, partite Iva e codici fiscali. Mentre la procura milanese si affida ai trojan, malware infilati nei telefoni (per intercettarli) di Scillieri, Di Rubba e Manzoni.

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