È importante che Gabriele e Marco Bianchi, i due assassini di Willy Monteiro, avessero tra i vari like sulle loro pagine Facebook anche quello per Matteo Salvini? Da un punto di vista strettamente legale, no: Salvini non è il ‘mandante’ di questo omicidio. Fa riflettere che un altro criminale, Luca Traini, fosse iscritto alla Lega e poi abbia alzato le armi contro un gruppo di immigrati a Macerata. Una coincidenza, ma c’è in comune tra i due casi una cultura della violenza che non possiamo negare essere stata sdoganata dall’estrema destra.
Marco e Gabriele Bianchi sono due assassini sociopatici, a quanto si apprende dalle testimonianze: violenti, attaccabrighe, appassionati di arti marziali. Praticamente, era solo questione di tempo prima che uccidessero qualcuno. Il loro apprezzamento per Matteo Salvini, in questo mix di violenza, scurrilità e culto del’onore e della violenza di stampo fascista, significa qualcosa. Significa che Matteo Salvini è assimilabile a questa cultura del degrado e della violenza, che è riuscito a penetrare a fondo in un ambiente criminale e violento. E questo dovrebbe imbarazzare un po’ il Capitano: ha voluto ardentemente parlare alla pancia degli italiani, e questi sono i risultati.
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