Conte: "No alle pulsioni anti-scientifiche nella lotta al Covid"
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Conte: "No alle pulsioni anti-scientifiche nella lotta al Covid"

Il premier: "Le decisioni del Governo, per quanto sofferte, ricevono il sostegno della migliore evidenza scientifica"

Giuseppe Conte
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6 Settembre 2020 - 16.29


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Il premier Giuseppe Conte, a Trieste, non ha potuto non commentare la manifestazione dei negazionisti di Roma, anche se con toni pacati: “La disillusione” ha detto il premier, “è in grado di alimentare vere e proprie pulsioni antiscientifiche che, a loro volta, si riflettono contro quelle decisioni di governo per la gestione della pandemia, che per quanto sofferte, ricevono il sostegno della migliore evidenza scientifica, quantomeno quella disponibile in questo momento”. 
“L’emergenza della pandemia” ha continuato Conte, “ha reso l’opinione pubblica più attenta e sensibile soprattutto alla complessità dei rapporti tra scienza (e in particolare scienza medica) e società, e la politica”. Questa “attenzione è indubbiamente un bene in una società democratica così complessa, che richiede, per funzionare al meglio, un alto tasso di consapevolezza da parte dei cittadini. Ma – avverte il premier – la visione risultante che rischia di imporsi non riesce a conciliare due aspetti fondamentali della scienza, che sono erroneamente percepiti in contraddizione fra loro: la natura oggettiva dell’indagine scientifica e il suo essere, al tempo stesso, campo di confronto e dialettica, che acuiscono la sua esposizione al dubbio”.
“Malgrado questa contraddizione rappresenti un’illusione – spiega Conte – essa ha tuttavia il potere di distorcere la corretta visione dell’impresa scientifica”. L’esito è “un senso di smarrimento in una parte cospicua dell’opinione pubblica”, che “identifica il dubbio della scienza quale segnale di debolezza e non di maturità, e che tende a sospettare che i processi di produzione scientifica siano sempre soggetti a influenze esogene o a ridurre questi complessi processi a una sorta di contrattazione sociale”.
Una “tale visione della scienza finisce, insomma, col generare una disillusione, nel suo complesso, verso le sue stesse pretese conoscitive e, specificamente, ad esempio, di quelle delle discipline biomediche, chiamate sul campo a fronteggiare l’emergenza pandemica e che – più di altre – meritano un’attenta e responsabile informazione divulgativa”.
“Nel caso peggiore – rimarca Conte – questa disillusione è in grado di alimentare vere e proprie pulsioni anti-scientifiche, che si fondono con una radicale diffidenza nei confronti degli esperti. Permettetemi di aggiungere che queste pulsioni anti-scientifiche, a loro volta, si riflettono contro quelle decisioni di governo sulla gestione pubblica della pandemia che, per quanto politicamente sofferte, ricevono il sostegno dalla migliore evidenza scientifica disponibile al momento”.
Tuttavia, spiega, “anche nel caso di questa disillusione nei confronti della scienza, la parola della filosofia, dai suoi albori in costante dialogo con il sapere scientifico, può rivelarsi fruttuosa”. L’assunto fondamentale è che la scienza è un’attività pienamente umana e, per questa ragione, fallibile”, conclude.

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