Obama pensava a come affrontare una pandemia: Trump la negava
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Obama pensava a come affrontare una pandemia: Trump la negava

Obama e Trump rappresentano due modelli opposti: da un lato la serietà, dall'altro il populismo arruffone. La speranza è che gli Usa sappiano scegliere

Trump e Obama
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Antonio Rinaldis Modifica articolo

16 Aprile 2020 - 19.54


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Ci sono leader politici che hanno la visione, e grazie a questo talento sono in grado di anticipare eventi e situazioni che potranno verificarsi in un prossimo futuro. La visione non è comunque una qualità soprannaturale, è il risultato di indagini accurate, analisi precise sul presente, che li mettono in condizione di prevedere alcune dinamiche e magari anche di prepararsi per tempo, per arginarne l’imprevedibilità e persino gli effetti più negativi.
Ci sono invece politici che non sono leader, che non sono capaci di guidare niente e nessuno, che seminano parole al vento instabile dei consensi e che si limitano a inseguire gli umori del presente, senza però essere all’altezza delle emergenze che il futuro può comportare.
Per capire la differenza fra un vero leader e un banale mestatore basterebbe mettere a confronto le dichiarazioni degli ultimi due Presidenti americani. Cinque anni fa Obama dichiarava in un discorso ufficiale che si doveva prendere in esame la possibilità che ci sarebbe stata una pandemia, a causa di un virus trasmissibile per via aerea e che si sarebbero dovute approntare le infrastrutture necessarie per poterlo contrastare, non solo negli Usa, ma a livello globale. Naturalmente il discorso di Obama non ha avuto alcun riscontro. In questi giorni invece l’attuale inquilino della Casa Bianca, dopo avere negato l’esistenza stessa del virus, di fronte alle migliaia di morti nel suo Paese, dichiara che nessuno era in grado di prevedere una pandemia di queste proporzioni.
Obama e Trump rappresentano le due grandi alternative della politica contemporanea: da una parte c’è il populismo arruffone del magnate, che propone ricette a buon mercato e seduce frustrati e scontenti mettendogli davanti qualche nemico da odiare come si fa con il toro nell’arena, quando gli si agita un drappo rosso, prima di ucciderlo; dall’altra Obama, colto, raffinato, attento alle esigenze dei deboli, che ha ricercato la via stretta della serietà e del consenso consapevole.
Il mondo spero, sappia scegliere, chi dovrà guidarlo nelle nuove emergenze.

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