L'Italia resterà 'chiusa' fino al 13 aprile: "Altrimenti gli sforzi sarebbero vani"

Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, annunciando la firma del "Dpcm che proroga il regime di misure restrittive: "Dopo vi saranno due fasi successivi"

Giuseppe Conte
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1 Aprile 2020 - 18.50


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Lo sapevamo perché lo ha anticipato il ministro Speranza. E in serata è arrivata la conferma.
“Il numero dei morti è una ferita aperta. Non siamo nella condizione di poter allentare le misure restrittive, di poter alleviare i disagi e risparmiare i sacrifici a cui abbiamo sottoposto gli italiani, altimenti gli sforzi sarebbero vani.” per l’emergenza coronavirus.
Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, annunciando la firma del “Dpcm che proroga il regime di misure restrittive fino al 13 aprile”.
“Non siamo nella condizione di potervi dire che dal 14 aprile saremo liberi, ma siamo costantemente al lavoro con gli esperti per studiare l’allenamento delle misure in sicurezza”. “Vi saranno due fasi successive – ha spiegato il premier – . Una fase 2 di convivenza con il virus ed una fase 3 di ripresa completa delle nostre vite e ritorno alla normalità”.
 “Pochi irresponsabili danneggiano tutti” “C’è una sparuta minoranza di persone che non rispetta le regole: abbiamo disposto sanzioni severe e misure onerose. Non ci possiamo permettere – ha detto Conte – che l’irresponsabilità di alcuni rechino danni a tutti”. 
 “Mes inadeguato, utile se senza condizionalità” “Sono stato molto chiaro con i leader europei: visto che il dibattito e la discussione si concentrava sul Mes, ho detto che lo considero uno strumento assolutamente inadeguato per far fronte a questa emergenza. E’ uno strumento nato per shock asimmetrici mentre noi attraversiamo uno tsunami epocale. Ho detto ai colleghi: non mi riproponete questo Mes con queste regole”, ha ricordato il presidente del Consiglio.
 “Se il Mes in prospettiva, senza le regole attuali, verrà snaturato e posto nell’ambito di un ampio pacchetto e senza
condizionalità può essere uno strumento che ci offrirà una possibilità di mettere in piedi una strategia europea che ci
consenta di poter dire che l’Europa c’è, sta dimostrando di essere un insieme coordinato e integrato di Stati che riescono a far fronte comune contro un nemico comune”.
“Stop allenamenti per evitare pretese società” Nel nuovo dpcm, ha quindi spiegato Conte, si vietano gli allenamenti anche degli atleti professionisti “onde evitare che delle società sportive possano pretendere l’esecuzione di una prestazione sportiva anche nella forma di un allenamento. Ovviamente gli atleti non significa che non potranno piu’ allenarsi: non lo faranno in maniera collettiva ma individuale”.

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