Chi resta aperto e chi no: è di circa una settantina di voci la lista provvisoria delle attività che resteranno aperte con l’entrata in vigore delle nuove misure restrittive annunciate dal premier Giuseppe Conte per affrontare l’emergenza coronavirus. Continuano a operare tutte le filiere ritenute essenziali, e quindi legate al settore alimentare, a quello farmaceutico e biomedicale e a quello dei trasporti.
Netta, invece, la riduzione delle attività legate alla P.a.: restano di fatto aperti gli esercizi legati a sanità, difesa e istruzione. Garantiti anche edicole e tabaccai, oltre ai servizi d’informazione.
Alimentari
Restano aperti i supermercati, i discount, gli ipermercati e tutti i negozi di alimentari. Alcune Regioni hanno prodotto ordinanze per ridurre gli orari di apertura (domenica sono chiusi in Emilia Romagana e nel Veneto)
Farmacie
Restano aperte regolarmente farmacie e parafarmacie
Trasporti
Il trasporto ferroviario di persone e merci, quello dei passeggeri in aree urbane ed extraurbane, i taxi, il noleggio di auto con conducente, il trasporto marittimo e quello aereo restano attivi. Regolare anche il trasporto delle merci su gomma
Tabaccai
Anche i tabaccai non sono interessati alla stretta
Edicole
Continua regolarmente anche la vendita dei giornali
Le altre attività
Restano attive l’industria delle bevande, la filiera agro-alimentare e zootecnica, l’industria tessile solo legata strettamente agli indumenti di lavoro (escluso, quindi l’abbigliamento). Le produzioni gomma, materie plastiche e prodotti chimici non saranno interrotte, così come la fabbricazione della carta e raffinerie petrolifere.
Nessuno stop anche alle attività legate all’idraulica, all’installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori e la fabbricazione di forniture mediche e dentistiche. Attive anche la gestione fognaria e quella della raccolta dei rifiuti.
Non dovrebbero essere intaccati dal provvedimento neanche i servizi veterinari, i call center e i servizi di vigilanza privata oltre alle attività di pulizia e lavaggio delle aree pubbliche. Nell’ambito della pubblica amministrazione restano “in vita” l’assicurazione sociale obbligatoria, i servizi legati alla difesa e, chiaramente, l’assistenza sanitaria. Esclusi, infine, i servizi di assistenza sociale residenziale e non residenziale.
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