Il Coronavirus non ferma gli sbarchi: oltre 150 migranti in tre giorni a Lampedusa
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Il Coronavirus non ferma gli sbarchi: oltre 150 migranti in tre giorni a Lampedusa

Ma non è finita: Alarm Phone ha segnalato di esser stato contattato nel corso della notte da bordo di un gommone con 110 persone che si troverebbe in difficolta' nella zona sar di Malta.

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14 Marzo 2020 - 16.42


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Abbiamo, in questi giorni così drammatici, la sensazione che non esista altro oltre il Coronavirus. Ma, anche se non lo diciamo, si continua a morire in mare. Perché oltre i nostri confini blindati, oltre la paura che attanaglia l’Italia e l’Europa, in Siria, in Yemen, in Libia, c’è ancora la guerra. Una guerra che continua a generare un flusso ininterrotto di migranti. 
Oltre 150 persone in tre giorni, arrivate con cinque diverse imbarcazioni: a quasi un mese dall’ultimo sbarco e nonostante l’emergenza coronavirus abbia trasformato l’Italia intera in una ‘zona protetta’ dove si esce di casa solo per comprovate necessità, i migranti hanno ripreso a fuggire dal nord Africa. Tre giorni fa la prima imbarcazione è arrivata a Lampedusa con a bordo 26 persone, tra le quali due bambini e una donna: era dal 18 febbraio, quando la Guardia Costiera ha fermato sul molo Favarolo 10 tunisini che erano appena sbarcati da un gommone, che sull’isola non si vedevano sbarchi. Ieri è stata la volta di altri 3 barchini con complessivamente 85 persone a bordo e questa mattina il quinto sbarco, con 43 migranti. Ma non è finita: Alarm Phone ha segnalato di esser stato contattato nel corso della notte da bordo di un gommone con 110 persone che si troverebbe in difficolta’ nella zona sar di Malta. “Ci hanno detto di essere fuggiti dalla Libia e di essere in mare da più di 30 ore. La barca si sta sgonfiando e hanno bisogno di immediato soccorso” ha scritto su Twitter il servizio telefonico di assistenza ai migranti sottolineando che le persone a bordo, tra cui donne e bambini, “hanno bisogno di cibo e acqua” e che necessitano di soccorsi immediati. Secondo Sea Watch l’imbarcazione si troverebbe a 52 miglia da Lampedusa, starebbe imbarcando acqua e non avrebbe piu’ il motore a disposizione. I 26 arrivati tre giorni fa a Lampedusa sono stati posti in quarantena nel Centro di contrada Imbriacola dal sindaco Totò Martello, “perché abbiamo il dovere di tutelare la salute pubblica”. Gli 85 arrivati venerdì, invece, sono stati trasferiti a Porto Empedocle con il traghetto di linea. “È necessario intervenire immediatamente con un provvedimento specifico che preveda il trasferimento diretto delle persone sbarcate – ha chiesto il sindaco al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese – dal molo devono essere subito trasferite in un’altra struttura al di fuori di Lampedusa, senza entrare in contatto con chi già risiede sull’isola. Bisogna tutelare la salute della cittadinanza, che sta rispettando con grandi sacrifici le disposizioni per fronteggiare l’emergenza Coronavirus contenute nel decreto del presidente del consiglio”.
Martello chiede un “provvedimento chiaro” che valga per tutti gli sbarchi, tanto che i 43 arrivati oggi sono ancora sul molo. Dall’inizio dell’anno sono sbarcati in Italia, secondo i dati del Viminale, complessivamente 2.596 migranti ma dalla metà di febbraio il numero si era drasticamente ridotto. Ora le partenze sembrano riprese, nonostante il coronavirus.
“Le persone a bordo sono distrutte e non capiscono perché l’Europa e Malta le tengano in pericolo in mare. Dicono ad Alarm Phone: ‘Per favore madam, dì alla grande nave che abbiamo bisogno di cibo e acqua per i bambini e le donne. Siamo in un grande problema, per favore'”. Lo fa sapere lo stesso servizio telefonico che ha raccolto la segnalazione dell’imbarcazione in difficoltà.

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