Coronavirus, bilancio pesante: 6.387 contagiati, 366 decessi, 622 guariti
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Coronavirus, bilancio pesante: 6.387 contagiati, 366 decessi, 622 guariti

 Zona rossa anche nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Padova, Treviso, Venezia, Asti, Alessandria, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli.

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte
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8 Marzo 2020 - 09.13


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Il governo ha “chiuso” la Lombardia e le altre 14 province  e poche ore dopo i governatori commentano le nuove norme. Da una parte il Veneto che le giudica troppo severe, dall’altra la Lombardia che si aspettava leggi più severe. Il Viminale bacchetta invece alcune ordinanze regionali definite “non coerenti”. Intanto il bilancio sale a 6.387 contagiati, 622 guariti e 366 decessi. In Lombardia Alitalia annuncia lo stop dei voli su Malpensa e la riduzione di quelli su Linate.
Borrelli: “Acquistiamo 22 milioni di mascherine”
Per la mascherine “stiamo firmando una serie di contratti che dal 12 marzo al 30 aprile ci metteranno a disposizione 22 milioni di quelle chirurgiche”. Così il commissario Angelo Borrelli in conferenza stampa alla Protezione civile.
Gallera: “L’unica arma a disposizione è ridurre i contatti sociali”
“Dobbiamo ridurre i contatti sociali: questa è l’unica arma per combattere il coronavirus. Non abbiamo medicinali specifici né un vaccino: la nostra arma è quella di rimanere a casa o avere un distanziamento dalle altre persone tale che riusciamo a frenare questo contagio”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.
Il decreto del governo
“Evitare in modo assoluto ogni spostamento” in Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Padova, Treviso, Venezia, Asti, Alessandria, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli. E’ quanto prevede il nuovo decreto contro il coronavirus, firmato sabato notte dal premier Conte. Dubbi e perplessità da parte dei governatori.

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Il provvedimento, che chiede di “evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita” dalla Lombardia e dalle province interessate “nonché all’interno dei medesimi territori”, prevede però che gli spostamenti siano consentiti quando “motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza”.

In province contagio si può rientrare a casa

 “Ci si muoverà solo per comprovate ragioni lavorative o situazioni di necessità o spostamenti per motivi di salute. Fermo restando che è consentito il rientro presso il proprio domicilio o residenza per chi ne avesse necessità”, ha spiegato il premier. 

Nelle zone del contagio fino al 3 aprile è prevista la chiusura delle scuole e la sospensione delle le attività “di cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati”. Sono inoltre previste “specifiche sanzioni in caso di mancato rispetto”: l’arresto fino a 3 mesi e fino a 206 euro di ammenda. Bar e ristoranti, invece, potranno svolgere le attività dalle 6 alle 18 “con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. 

Stop a funerali e matrimoni Sempre nelle stesse zone è prevista la chiusura degli impianti nei comprensori sciistici, e “sono sospese le cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri”. L’apertura di chiese e luoghi di culto, invece, è condizionata alla possibilità di evitare assembramenti. Per quanto riguarda i centri commerciali, nelle giornate festive e prefestive i negozi all’interno delle gallerie sono chiusi (fanno eccezione gli alimentari), così come chiuse sono “le medie e grandi strutture di vendita”. E nei giorni feriali va garantita la distanza di un metro tra un cliente e l’altro, “con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione”.

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Sono poi “sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi”.

Pazienti distribuiti in altre Regioni e aumento produzione mascherine L’altro fronte su cui il governo sta operando è quello sanitario: il premier ha annunciato infatti la firma di un contratto per la produzione tutta italiana di 500 dispositivi al mese di rianimazione, con l’obiettivo di fare di più. E anche l’incremento della linea produttiva dei dispositivi di protezione come le mascherine. Ma poiché nelle aree dove il contagio è più forte gli ospedali fanno fatica, il presidente del Consiglio ha ricordato anche la possibilità di ridistribuire i pazienti tra le Regioni. 

Fuga da Milano? Dopo la diffusione della bozza del decreto che prevede la “chiusura” della Lombardia e di 11 province, dai social network arrivano storie di molte persone che, nella serata di sabato, si sono precipitate in fretta e furia nelle stazioni ferroviarie lombarde per lasciare la regione prima che scattasse il “coprifuoco”. Anche in questo caso non mancano fake news, ma in questo caso è verosimile che chi aveva in programma di partire da Milano abbia tentato in tutti i modi di anticipare il viaggio per timore di restare poi bloccato.

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Le misure per il resto del Paese Un secondo decreto, valido sul resto del territorio nazionale, aggiorna invece le misure del decreto precedente, prorogando il divieto di qualsiasi tipo di manifestazione che preveda affollamento di persone, sospendendo in tutto il Paese le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati, I musei e gli altri istituti e luoghi della cultura sono invece aperti “a condizione che siano assicurate modalità di fruizione contingentate”. Bar e ristoranti restano operativi a condizione di far rispettare la distanza di un metro tra un cliente e l’altro, e le competizioni sportive possono essere effettuate solo a porte chiuse, Come nel decreto precedente, viene confermata la chiusura delle scuole fino al 15 marzo.

 

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