Meloni si distanzia da Salvini sul coronavirus: "Pronti a collaborare, no a inutili polemiche"
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Meloni si distanzia da Salvini sul coronavirus: "Pronti a collaborare, no a inutili polemiche"

La leader di Fratelli d'Italia non ha comunque risparmiato una frecciata al Governo: "Non si inventino scuse per tirare a campare".

Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Giorgia Meloni e Matteo Salvini
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24 Febbraio 2020 - 11.19


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È una critica quella che Giorgia Meloni lancia nei confronti di Matteo Salvini in merito all’uso mediatico e politico fatto dal leader della Lega della questione coronavirus. La leader di “Fratelli d’Italia” ha di fatto invitato il suo omologo ad esimersi fare quelle che ha definito “inutili polemiche”. 
In un’intervista a “La Stampa” la Meloni ha invocato da parte di Salvini un atteggiamento più costruttivo, pur sottolineando in tal senso che “ognuno di noi ha sfumature e modi diversi di reagire”.
La Meloni ha dichiarato la disponibilità a cooperare per l’emergenza ma in una prospettiva puramente di scopo: “Noi siamo disponibili alla collaborazione, ma nessuno si illuda che questa emergenza possa salvare il governo. Non si inventino scuse per tirare a campare”.

In merito al numero dei contagi e alle politiche in essere la Meloni ha espresso delle perplessità tirando fuori le consuete posizioni protezionistiche: “Conte sostiene che sia dovuto alla nostra elevata soglia di controllo. Secondo lui questo ci consente di individuare prima degli altri le persone contagiate e se la sua tesi fosse giusta, allora dovrebbe sospendere Schengen. Ma purtroppo ci sono tre decessi in Italia, un dato che non ha nessun altro in Europa, forse perché’ hanno attuato da subito la quarantena”.
La Meloni nel parlare della gestione delle frontiere in questa situazione ha poi voluto attaccare l’Unione Europea accusandola di disinteresse per la questione: “Se dovesse succedere che l epidemia si allarga, corriamo questo rischio. Sarebbe molto grave diventare il lazzaretto d’Europa. Voglio sommessamente far notare, però, che anche in questo caso l’ Unione Europea non esiste. Non c’è un protocollo sanitario comune, procederemo in ordine sparso e saremo indifesi con le frontiere aperte”.

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