Jasmine Cristallo (Sardine) accusa il sindaco leghista di Riace: "Minacce di stupro per colpa sua"
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Jasmine Cristallo (Sardine) accusa il sindaco leghista di Riace: "Minacce di stupro per colpa sua"

Antonio Trifoli ha pubblicato i dati personali della coordinatrice delle Sardine, che è stata ripetutamente minacciata

Jasmine Cristallo e Antonio Trifoli
Jasmine Cristallo e Antonio Trifoli
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9 Gennaio 2020 - 15.29


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Jasmine Cristallo, coordinatrice delle Sardine in Calabria, la settimana scorsa è stata gettata in pasto agli odiatori seriali del web perché l’attuale sindaco di Riace, Antonio Trifoli (Lega), con i classici metodi squadristi ha pubblicato i suoi dati personali, tra cui il numero di telefono e l’indirizzo. In un’intervista, la Cristallo ha dichiarato che “il sindaco di Riace ha reso la mia vita un incubo. Adesso deve dimettersi”. 
“Non può essere stata né una leggerezza, né una svista, né un errore. È rappresaglia – dice Cristallo – A chi gli ha fatto notare la gravità del suo gesto, Trifoli ha risposto ‘chi chiede rispetto, deve prima rispettare’. Parole da padrino da operetta. E solo dopo 16 ore ha rimosso quel post”. 
La portavoce delle Sardine calabresi dice di “non aver paura, ma mi sento violata nella mia intimità. Ho dovuto togliere il mio nome dal campanello, passo il tempo a tranquillizzare i miei familiari, già spaventati dalla valanga di odio social di cui sono vittima. È impensabile che una donna debba essere minacciata di morte o di stupro solo perché si impegna in politica”. Cristallo è intenzionata non solo a denunciare Trifoli ma “chiederò anche un risarcimento danni”.
L’unica cosa che potrebbe fare per scusarsi è “dimettersi. È un amministratore, pagato con soldi pubblici e questa vicenda dimostra che non è in grado di assolvere ai suoi doveri”. A quel punto Cristallo potrebbe anche rinunciare alle vie legali. “Ci devo ragionare. Sarebbe un modo per ripristinare la legalità a Riace. Trifoli è ancora sindaco solo perché ha presentato appello contro la sentenza che lo dichiara ineleggibile. Ma tornare ad una politica rispettosa del vivere civile nel linguaggio, nei temi e nei modi è anche una battaglia di civiltà che si deve portare avanti con qualsiasi mezzo. Anche legale”.

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