Le ipocrisie della giustizia. Se denunciare uno stupro è un calvario
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Le ipocrisie della giustizia. Se denunciare uno stupro è un calvario

La giustizia di chi? Quando chiedono alle donne di avere il coraggio di denunciare si dimenticano spesso quel che accade nella realtà. Ovvero, un'altra violenza: dalle urla mancate ai jeans...

Tanto lungo è il cammino dei diritti per le donne
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25 Novembre 2019 - 08.40


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“Portavate gli slip? Avete trovato affascinanti, vi piacevano, erano sexy quei carabinieri?”. Questo è solo un frammento delle domande alle quali sono state sottoposte le due studentesse americane che hanno denunciato di essere state stuprate da due carabinieri lo scorso 6 settembre a Firenze. Questo accade nel corso di un incidente probatorio.

Quando dicono, ci dicono: ‘donne, dovete avere coraggio, denunciare’, poi non raccontano che spesso una denuncia è un altro calvario. E che anche di questo – delle sentenze nei tribunali, ad esempio, – si dovrebbe parlare quando si parla di violenza sulle donne. Si dovrebbe parlare di commissariati e caserme quasi in maggioranza formati e popolati da uomini, di sensibilità tutte da recuperare.
Si dovrebbe parlare di aule di Giustizia.
La Giustizia di chi? Queste sono alcune delle sentenze su stupri acclarati. A quante cose deve pensare una donna prima di avere la forza di denunciare? Se è vergine, che mutandine aveva, se indossava i jeans, se ha urlato e come, se lui, lo stupratore, ha raggiunto l’orgasmo. Deve pensare che se sono in gruppo, i bastardi, avranno meno problemi. Vorremmo una giustizia giusta e non  i soliti “pat pat” accondiscendenti in occasione dell’8 marzo o del 25 novembre, la giornata contro le violenze sulle donne. Vorremmo uno Stato dalla nostra parte, nei fatti, non a parole. E sempre.
Le giornaliste della redazione Globalist

 

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Non sei più vergine e quindi…
Sentenza numero 6329 del 20 gennaio 2006, sezione Penale della Cassazione. Una ragazzina quattordicenne, non più vergine, avrebbe subito una violenza limitata dopo lo stupro del patrigno, un uomo di 40 anni. Un atto non così grave, insomma

I famosi jeans
La sentenza numero 1636 della Cassazione, del 1999, negò l’esistenza di uno stupro perché la vittima “indossava i jeans”. ovvero “un indumento che non si può sfilare nemmeno in parte senza la fattiva collaborazione di chi lo porta“.

Stupro di gruppo
Niente più carcere obbligatorio per chi commette uno stupro di gruppo. L’inattesa decisione arriva dalla terza sezione penale della Corte di Cassazione, che ha in questo modo interpretato una sentenza della Corte Costituzionale del 2010. Si parla di un caso di violenza di gruppo su una minorenne dove è stato accolto il ricorso di R.L. e di L.B.: i due erano in custodia in carcere come da sentenza del tribunale di Roma del 5 agosto 2011. 

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Stupro di gruppo 2
La sentenza 40565 del 16 ottobre 2012 la Corte di Cassazione ha deciso che durante una violenza di gruppo, uno sconto di pena deve essere concesso a chi “non abbia partecipato a indurre la vittima a soggiacere alle richieste sessuali del gruppo, ma si sia semplicemente limitato a consumare l’atto”. In pratica Si possono commettere numerosi stupri portati a totale compimento – con la sopraffazione fisica della donna e della sua dignità – e nonostante ciò vedersi concessa l’attenuante di aver commesso un reato di non troppo rilievo, per il quale si può ottenere la riduzione della pena. È quanto sostiene la Cassazione, che si è espressa in disaccordo con un verdetto di merito che, invece, riteneva che una violenza sessuale portata a estremo compimento sia di per sé un reato grave e non un episodio di «minore gravità».
La vittima non ha urlato
23 marzo 2017. L’ha palpeggiata e lo ha ammesso, ma sostenendo che lei fosse consenziente. Lei invece non lo era, gli diceva “basta” e lo ha denunciato per violenza sessuale. Ma il tribunale di Torino le ha dato torto, assolvendo l’uomo di 46 anni perché il fatto non sussiste, proprio perché la sua vittima gli ha soltanto intimato di smetterla senza gridare, chiedere aiuto o reagire violentemente. L’assoluzione è stata motivata in base alla “debole” reazione della donna alle molestie.

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America, se manca l’orgasmo
Non c’è stato l’orgasmo e per questo il violentatore non può essere punito”: la sentenza rriva dagli Stati Uniti. Secondo il sito web BuzzFeed, il ministero dell’istruzione ha aperto un procedimento ufficiale visto che ben 14 ragazze hanno denunciato il Dipartimento di sicurezza pubblica della Usc. Una ragazza ha anche riferito di essere stata violentata da un suo compagno di studi che però l’ha passata liscia perché “non ha avuto un orgasmo”.

Inghilterra, occhio allo slip
Nel settembre 2013 una ragazza inglese di nome Suzanne, stuprata dal suo fidanzato nel dicembre 2012, ha letto in una lettera spedita dall’ufficio della Procura, che fra le ragioni che hanno portato ad archiviare il caso e a far cadere l’accusa di violenza sessuale che pesava sulla testa dell’uomo, vi era il fatto che lei indossava gli Spanx, degli slip modellanti contenitivi, per cui il procuratore ha considerato impossibile un rapporto sessuale. Un po’ come i jeans, insomma.

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