Il ministro della Paura, che parla di Sicurezza e legalità a targhe alterne, stringe la mano al capo ultras arrestato e condannato per traffico e spaccio di droga, in una torbida vicenda nella quale ci sono di mezzo anche malavitosi albanesi.
Un signore che ha alle spalle Daspo e anche una condanna per aggressione. Un capo-tifoso che fa parte della categoria dei condannati (un anno e mezzo patteggiati) che invece di stare in galera gira tranquillamente. Quella ‘categoria’ contro la quale i penta-fascio-leghisti generalmente tuonano puntando l’indice contro le leggi ‘buoniste’.
Però lo spacciatore in questione è un bianco, un italiano, un tifoso del Milan. E ciò basta perché il ministro dell’Interno metta da parte la retorica quotidiana su sicurezza e legalità e stringa la mano al condannato.
Scoppia un caso politico. I paladini di ‘honesta, honestà, honesta’ tacciono, nel dubbio (da bravo miracolati) di perdere la poltrona a cui sono approdati per grazia ricevuta.
E la Rai del Cambiamento che fa?
Non dà la notizia, ma non dà nemmeno conto delle polemiche politiche su un caso che in un paese civile, obiettivamente, dovrebbe essere imbarazzante.
Predicavano l’onestà, ma alla fine praticano l’omertà.