Totò Riina resterà in regime di 41 bis: il tribunale di sorveglianza di Bologna ha rigettato la richiesta sia del differimento della pena che l’istanza di detenzione domiciliare, presentata dai legali del boss. I giudici hanno riunito due procedimenti, decidendoli insieme. Riina quindi rimarrà nel reparto riservato ai carcerati dell’ospedale di Parma. Alla richiesta dei legali, motivata da ragioni di salute del capo di Cosa Nostra, si è opposto il pg di Bologna Ignazio De Francisci. “Faremo ricorso”, ha dichiarato il legale di Riina, Luca Cianfaroni.
Il tribunale di sorveglianza ha dunque disinnescato l’ipotesi di scarcerazione, paventata dalla Cassazione, che aveva dato una chance al boss mafioso, annullando con rinvio una decisione negativa dello stesso tribunale. La motivazione è nota: anche il boss che ordinò le stragi di Capaci e via D’Amelio, che fece colpire a Roma, Firenze e Milano e prima ancora a Palermo, il giudice Chinnici, il prefetto Dalla Chiesa, poliziotti, carabinieri, giudici e giornalisti, anche lui ha il “diritto di morire dignitosamente”. La Suprema Corte aveva ordinato un nuovo esame della situazione da parte della magistratura bolognese, in vista della possibile scarcerazione con la concessione della detenzione domiciliare o ospedaliera. Dal tribunale di Bologna, dunque, nuovo esame della questione e nuovo rigetto sia della richiesta di differimento che di detenzione domiciliare
Totò Riina resta 'dignitosamente' in carcere: no al differimento della pena e ai domiciliari
La decisione del tribunale di sorveglianza di Bologna nega la scarcerazione per motivi di salute. Il legale del boss: "Faremo ricorso"
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19 Luglio 2017 - 12.26
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