“In India le mucche sono sacre, ma il valore di una vita umana no. Pensate che ieri il tribunale di Nuova Delhi, applicando le rigorose e severe leggi indiane, ha rimesso in libertà un criminale indiano dopo soli tre anni nonostante sia stato riconosciuto colpevole di aver violentato, picchiato e ucciso una studentessa. Avete letto bene, appena tre anni di carcere e poi fuori. Dunque in India la vita, la dignità e la memoria di una ragazza valgono appena tre anni. Davvero una bella giustizia… Ma parliamo della stessa giustizia indiana che invece, senza prove, senza un’inchiesta degna di tal nome, senza uno straccio di processo, trattiene ingiustamente, da quasi cinque anni il nostro Marò, Salvatore Girone? A questo punto basta, la misura è colma, la pazienza di attendere qualche risultato dalle vie diplomatiche è finita”. Queste le parole del vicepresidente del Senato leghista, Roberto Calderoli.
“Facciamo tutto quello che serve e anche di più, ma – ha avvertito – riportiamo a casa Girone senza aspettare un processo in un Paese che ha dimostrato di non avere rispetto per le donne e per la vita umana e a questo punto non ha titolo per trattenere ulteriormente il nostro Maro’. Speriamo solo che dopo gli elicotteri almeno stavolta non si ci sia da vendere qualcos’altro all’India, altrimenti come al solito dal Governo italiano nessuno fiaterà…”.
Ha aggiunto: “Visto che per l’India la vita di una giovane donna vale meno di tre anni allora adesso ci rimandano subito a casa Girone, entro Natale, visto che lui è prigioniero da oltre 55 mesi. E se questo non dovesse accadere per una volta tanto il nostro Governo si faccia sentire, alzi la voce e alle parole faccia seguire i fatti: se Girone non è casa per Natale richiamiamo il nostro ambasciatore, rimandiamo a New Delhi il loro ambasciatore e rompiamo tutti i rapporti diplomatici e commerciali con l’India”.