Rapinatore ucciso: il racconto minuto per minuto del dramma
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Rapinatore ucciso: il racconto minuto per minuto del dramma

E' successo a Lucino, una frazione di Rodano. I rapinatori cercavano gioielli e armi

Rapinatore ucciso: il racconto minuto per minuto del dramma
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25 Novembre 2015 - 16.01


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“Ho difeso la mia famiglia, la mia intenzione non era uccidere ma di mandarli via”, ha dichiarato Rodolfo Corazzo, il commerciante che martedì sera ha sparato al 37enne albanese Valentin Frrokaj, un pericoloso ricercato che stava rapinando la casa. Il malvivente era in compagnia di due complici, tuttora in fuga. Per il procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili è di legittima difesa. I carabinieri hanno ricostruito i fatti: la rapina è durata circa un’ora, nella casa di Lucino, frazione di Rodano (Milano).

Sono le 19.40 quando il gioielliere di 59 anni arriva sulla sua moto davanti al cancello del proprio box in via Matteotti. Sta per chiudere la porta dietro di sé quando i tre banditi col volto coperto entrano e lo immobilizzano senza legargli i polsi. Sarà un dettaglio determinante. Corazzo ha un giubbotto tecnico pesante per cui i rapinatori non si accorgono della Glock che indossa sotto la giacca. Lo portano al piano di sopra dove lo aspettano la moglie di 53 anni e la figlia di dieci. I rapinatori non usano violenza fisica contro di loro ma con tono durissimo chiedono di consegnare i gioielli e di aprire una cassaforte, ordini che il proprietario di casa esegue subito: apre una cassaforte che custodisce preziosi e una pistola, una Smith and Wesson 357 Magnum.

Ma i rapinatori non sono soddisfatti, insistono per avere altro e così Corazzo è costretto ad aprire un’altra cassaforte che contiene altro oro e una 44 Magnum (la terza pistola, oltre quella che indossa). Secondo la ricostruzione fatta dai Carabinieri, a questo punto i rapinatori hanno le tasche quasi piene, stanno per andar via e abbassano la guardia: in questo momento Corazzo ne approfitta ed estrae la sua Glock per sparare un colpo in aria per intimidirli.

I tre scappando rispondono al fuoco con le due pistole appena rubate. In tutto verranno esplosi 10 colpi, tre sparati dal gioielliere e sette dai delinquenti. In casa sono stati trovati tre bossoli dell’arma di Corazzo, poiche’ le armi dei rapinatori erano revolver. E’ in questa concitazione che il pluripregiudicato 37enne Valentin Frrokaj viene centrato da un colpo al petto che lo uccide quasi subito. Accanto al corpo è stata trovata una Beretta calibro 9 short con matricola abrasa che non è di proprietà del rapinato. Sul posto è stata trovata anche la 44 Magnum con il caricatore da sei pieno di colpi esplosi.

Gli altri due rapinatori fuggono a piedi, dopo aver tentato di rubare anche la Fiat 500. Alle 20.49 arriva la prima chiamata di aiuto al centralino del 118. Dai sopralluoghi attorno alla casa è emersa una Golf rubata il 9 ottobre a Dello (Brescia) che potrebbe essere l’auto usata dai banditi per arrivare.

“Ho fatto di tutto per difendere la mia famiglia, mia figlia e mia moglie”, ha affermato Corazzo. L’uomo, ancora visibilmente provato da quanto successo, ha voluto incontrare i giornalisti per dare la sua versione. “Gli avevo dato tutto, in casa non avevo niente ma loro insistevano minacciandomi, hanno cercato di intimidire anche mia figlia che ha 11 anni, l’hanno portata al piano di sopra e le hanno detto ‘se tuo papà non ci dice dove sono i soldi gli taglieremo le dita’. “Ci hanno tenuti un’ora e mezza sotto la minaccia di una pistola, loro – ha detto il commerciante – hanno sparato sei colpi con una pistola che io avevo nel caveau, io ho sparato solo tre colpi, i primi due sono andati a vuoto, con il terzo ho colpito uno di loro ma senza prendere la mira”.

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