Camerota nel Cilento: l'acqua pubblica ai turisti, i residenti a secco

I rubinetti degli abitanti restano chiusi prosciugati dalle piscine dei turisti. Chi paga le tasse tutto l'anno è penalizzato.

Camerota nel Cilento: l'acqua pubblica ai turisti, i residenti a secco
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10 Agosto 2015 - 12.47


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Riportiamo per intero l’articolo di Vincenzo Iurillo pubblicato su [url”Il Fatto Quotidiano”]http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/10/acqua-a-camerota-cilento-ce-solo-per-i-turisti-e-il-paese-rimane-a-secco/1947047/[/url] che racconta l’odissea di Camerota nel Cilento. Undici giorni di rubinetti chiusi. Appartamenti e villini dei visitatori estivi (che spesso hanno la piscina) svuotano le tubature delle frazioni più alte. Quindi chi paga le tasse tutto l’anno deve accontentarsi delle autobotti. Una metafora efficace del nostro Paese.

Il paese di Sottosopra, dove chi arriva dopo e rimane poco sta meglio di chi sta tutto l’anno, si trova nel Cilento, terra di mare e di verde in provincia di Salerno. Sottosopra è pure un gran bel posto, molto battuto dal turismo balneare, 23 chilometri di spiagge ben tenute. Il suo nome vero è Camerota, ha circa 7.200 residenti (ma in agosto qui si stipano in 30.000), e per ben 11 giorni torridi tra fine luglio e inizio agosto circa 2.000 di loro, annidati nelle frazioni alte del paese, sono rimasti senz’acqua “perché il servizio idrico viene deviato su un complesso di seconde case vicine al mare realizzate negli anni delle “licenze facili”, che si popolano solo d’estate”, segnala Valeria Calicchio, giornalista che ha lavorato in uffici stampa a Roma e poi è tornata causa mancanza di lavoro. “Così, per consentire agli illustrissimi ospiti di avere l’acqua, il paese che paga le tasse tutto l’anno deve accontentarsi delle autobotti. Una metafora efficace del paese reale”.

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E in effetti, le autobotti sono arrivate un paio di volte a rifornire i boccheggianti abitanti di piazza del Castello e piazza Orsini, all’ombra del castello fortificato durante la guerra gotico-bizantina, che adesso perde pezzetti nel giardino della villetta della signora Flavia Chirico. “Il paradosso – ride la signora – è che l’umidità si sta mangiando la mia casa…”, e ci fa vedere un muro devastato dalle infiltrazioni. La Chirico è di quelle che non è riuscita neanche a farsi una doccia. “Sono quasi dieci anni che questo problema si ripete regolarmente nei weekend estivi e in agosto, stavolta si è protratto a lungo”. C’è chi racconta di aver visto una coppia scappare restituendo le chiavi della casa affittata per le ferie: “Ma vi pare che possiamo fare le vacanze senza lavarci?”.

È una parola dire: comprate i serbatoi domestici. Case antiche e popolate da vecchi che hanno difficoltà a muoversi, vicoli stretti, mancanza di spazi: dove li piazzi i serbatoi? Cosa è successo prova a spiegarlo il papà di Valeria, Salvatore Calicchio, che accumula firme sotto una petizione di protesta. Calicchio è un anziano ex assessore Pci “denunciato” circa 30 anni fa ai probiviri da un giovane dirigente comunista salernitano che avrebbe fatto una discreta carriera, Vincenzo De Luca. L’ex assessore dovette difendersi dall’accusa di aver fatto cadere un sindaco Psi attraverso un accordo con la Dc per consentire l’adozione del piano regolatore.

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Che c’entra? “C’entra perché grazie al Piano Regolatore che ancora adesso porta il mio nome si è posto un freno alla cementificazione: se oggi l’acqua non arriva sulle frazioni alte è perché si sono moltiplicati silenziosamente gli allacci al di sotto del Deposito del Piano, che rifornisce il paese. L’acqua scende con una tale forza verso il basso, ovvero verso 160 appartamenti e un centinaio di villette, alcune con piscina, nella zona tra Montediluna e Infreschi, che non riesce più a risalire”.

Sottosopra, per l’appunto: chi sta sotto sta meglio di chi sta sopra. Paradosso mondiale, perché l’Acquedotto del Faraone, nella vicina Rofrano, capta acqua dal fiume Mingardo che potrebbe dissetare tutta la Campania. L’avvocato Francesco Calicchio (nessuna parentela) sta preparando un esposto alla Procura di Vallo della Lucania: “Ci sono gli estremi dell’interruzione di pubblico servizio”. Il sindaco Antonio Romano scuote la testa: “Dopo tre anni senza problemi, stavolta mi dicono i tecnici Consac (il consorzio locale della rete idrica, ndr) che c’è stata una grave perdita agli adduttori dell’impianto di Acquavena, frazione di Roccagloriosa. Le autobotti? Le ho inviate io. Sì, gli impianti sono obsoleti. Ma noi sindaci siamo soli e senza strumenti”.

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