Scuola, primo sì alla Camera. I sindacati scendono in piazza
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Scuola, primo sì alla Camera. I sindacati scendono in piazza

Assemblea aperta al Pantheon, dove si sono visti anche molti politici. Oltre settemila professori hanno scritto a Renzi, ma la riforma va avanti

Scuola, primo sì alla Camera. I sindacati scendono in piazza
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15 Maggio 2015 - 21.21


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La riforma della scuola conquista il primo sì alla Camera, ma i sindacati sono scesi in piazza in segno di protesta. Oltre alle rappresentazioni sindacali, al Pantheon di Roma si sono visti molti politici, soprattutto durante la sospensione dei lavori in aula alla Camera sul ddl. Molti parlamentari si sono affacciati e hanno ascoltato le ragioni della protesta. Si è registrato un battibecco tra Stefano Fassina, della minoranza Pd, e alcuni precari. Brevemente contestata la renziana Simona Malpezzi, componente della Commissione Cultura. I manifestanti hanno urlato: ‘Malpezzi vattene’.

Prime approvazioni per il ddl. Via libera della Camera all’attuazione dell’autonomia della scuola: approvato l’articolo 1 del provvedimento e sono previsti voti per l’intera giornata e riprenderanno lunedì. Sono 750 gli emendamenti presentati. Il voto finale sarà mercoledì. Plaude il ministro Giannini. Passato anche l’articolo tre, relativo al percorso formativo degli studenti. 267 i voti favorevoli, 92 quelli contrari. Arriva dunque il curriculum dello studente: l’articolo prevede l’introduzione di insegnamenti opzionali nelle scuole superiori, che faranno media all’esame di Stato. “Scuole nel territorio più legate a futuro ragazzi e Paese. Montecitorio approva art4 #labuonascuola su alternanza lavoro”, scrive in un tweet il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone. L’aula della Camera ha approvato anche gli articoli 5, che riguarda disposizioni per l’insegnamento negli istituti penitenziari, e poi gli articoli 6 e 7. “Con articolo 6 #labuonascuola per istituti tecnici superiori fondi sempre più collegati a livelli occupazione diplomati”, ha scritto su Twitter il ministro Stefania Giannini. E in un altro: “Con ok ad art 7 #labuonascuola 90 mln per piano digitale e laboratori”.

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Equivoco sull’emendamento. Un emendamento che conteneva una osservazione tecnica della commissione Bilancio recepito dalla commissione e che aveva il potere del governo è stato battuto in Aula dopo una serie di equivoci che, ha detto il presidente di turno, hanno indotto tanti a non votare. L’emendamento non incide, ha detto il relatore, sul complesso della legge.

Assemblea dei sindacati. Assemblea delle sigle sindacali della scuola al Pantheon a Roma nel giorno in cui si è iniziato a votare in Aula alla Camera il ddl sulla ‘Buona Scuola’ al sit-in organizzato dalle rappresentanze regionali di Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda, con una nutrita rappresentanza di parlamentari. Presente la minoranza Dem, tra cui Gianni Cuperlo, l’ex segretario Pd Guglielmo Epifani e Stefano Fassina. Tra gli altri anche Giuseppe Civati e il gruppo parlamentare di Sel, con il capogruppo Arturo Scotto. Polemici gli esponenti del Movimento 5 Stelle, con Alessandro Di Battista che definisce la presenza degli esponenti democratici “la foglia di fico del sistema Renzi. Fanno credere ai sindacati e ai cittadini che c’è una parte buona del Pd”. Civati rileva come l’apertura garantita dal presidente del Consiglio in realtà non ci sia: “C’è un ammorbidimento dei toni dopo che il ministro Giannini ha avuto toni molto duri con gli insegnanti, ma le mediazioni sulle questioni fondamentali sono state molto povere”. Fassina sollecita modifiche subito, prima dell’approvazione della Camera: “Lunedì votiamo gli articoli fondamentali, il 9 e il 10, i poteri dei presidi e le assunzioni. Se il presidente del Consiglio è disponibile, votiamo subito le modifiche. Perché aspettare il passaggio al Senato?”.

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Sciopero durante gli scrutini. “Stiamo valutando attentamente in questi giorni se ci sia un comportamento che si pone in contrasto con la legge che disciplina il diritto di sciopero”. Così il Garante degli scioperi Roberto Alesse ha risposto a Effetto giorno su Radio 24 alla domanda se ci fossero possibili comportamenti sanzionabili nel parziale boicottaggio dei test Invalsi. “Se la proclamazione avvenisse in palese contrasto con la normativa, la proclamazione sarebbe illegittima e spetterebbe all’autorità valutare, oltre alle sanzioni, la precettazione”. Così il presidente dell’autorità sugli scioperi, Roberto Alesse in merito all’ipotesi di stop agli scrutini. “Di fronte ad un’azione di protesta così eclatante – ha aggiunto – si porrebbe il problema se attivare il potere di precettazione”.

Renzi e le precettazioni. La precettazione in caso di sciopero degli scrutini – ha detto Renzi – è “un tema abbastanza prematuro: è una questione tecnica, se ne parla più in là”. “Credo che la stragrande maggioranza degli insegnanti sono persone serie, perbene e non mettono a rischio i propri ragazzi e il lavoro di un anno con il blocco degli scrutini”.

Le lettere dei prof. “Sono molto contento della discussione sulla scuola perché dopo anni e anni di chiacchiere finalmente entriamo nel merito di quella che è la principale sfida del Paese, perché l’Italia dei prossimi 20 anni sarà capace o incapace di vincere le sfide sulla base del lavoro sulla scuola”. Lo dice il premier Matteo Renzi a Radio Anch’io. “Più parliamo con serenità e tranquillità nel merito della riforma, più abbiamo da guadagnare. Finalmente si mette al centro la suola”. “Ho ricevuto 7417 lettere – ha spiegato – in due giorni da professori: la mia impressione è che ascoltando ci sia un diverso atteggiamento da parte delle persone. Io dico per primo che dovevamo spiegarla meglio la riforma, discutere meglio, ma è un fatto positivo che si possa discutere sulla scuola, prima non ne parlava mai nessuno”.”Per la prima volta – ha detto il premier – ci sono più soldi per la scuola, certo vogliamo darli non in modo indiscriminato. Nessuno tocca gli stipendi di oggi ma se ci sono soldi in più, premiamo di più chi è stato più bravo”. “Chi l’aveva fatto prima? Nessuno”, aggiunge. “Dire ‘non voglio la valutazione degli insegnanti’ è una posizione politica rispettabile: per anni il sei politico è stato un fatto culturale. Io credo che sia un errore, ma discutiamone”.

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Cei in campo. C’è “un tentativo di confronto” sulla riforma della scuola, “spero che non ci sia il muro contro muro”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, sottolineando che “il problema è che si sta guardando alla scuola da tante prospettive ma poco da quella degli unici protagonisti, i ragazzi”.

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