Renzi: fiducia in De Gennaro. Orfini si oppone

Il premier conferma la fiducia al presidente di Finmeccanica dopo le polemiche seguite alla sentenza Strasburgo per i fatti del G8 di Genova

Renzi: fiducia in De Gennaro. Orfini si oppone
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10 Aprile 2015 - 10.12


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Dopo le polemiche innescate dalla sentenza di Strasburgo sui fatti avvenuti nella Diaz durante il G8 di Genova, il premier Renzi conferma la fiducia al presidente di Finmeccanica: “Non ci sono dubbi sulla sua qualità e la competenza. Il governo riconferma con convinzione la propria fiducia nei vertici di Finmeccanica e segnatamente di Gianni De Gennaro” taglia corto il premier ricordando di avere confermato l’ex capo della Polizia alla presidenza del grande gruppo industriale dopo un processo che, sottolinea, “ha portato alla sua assoluzione”. A favore del presidente di Finmeccanica spezza una lancia anche Raffaele Cantone, battendo il tasto sullo stesso argomento: “De Gennaro è stato indagato e assolto”. E un’assoluzione, sottolinea il presidente dell’Authority anticorruzione, “conta pure qualcosa”. Quindi “non può pagare le responsabilità complessive di una macchina intera”.

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Renzi non intende permettere, oltretutto, che venga messa in difficoltà una grande azienda come Finmeccanica, quotata in Borsa, “e i suoi azionisti”. Ciò non toglie che quanto accaduto vada classificato tra le “pagine nere della storia del nostro Paese”: al premier “piacerebbe che si parlasse anche della responsabilità della politica, o che i politici se le assumessero certe responsabilità”. Ma il modo per la politica di rispondere alla sua responsabilità è anche quello di procedere con l’introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento, ripete il premier che stronca quindi la marea di polemiche montata dopo la sentenza europea anche nel suo partito. I presidente del Pd, Matteo Orfini aveva definito “vergognoso” che un ruolo di tale prestigio fosse in capo ad una persona coinvolta nei fatti di Genova. Oggi, dopo la difesa di Renzi, Orfini non demorde: “Resto della mia idea. Il cambiamento che il Pd sta promuovendo nel Paese non dovrebbe fermarsi di fronte alla porta dei soliti noti” attacca ancora. Plaude invece Massimo Mucchetti che loda il gesto del premier e il sostegno di Cantone e derubrica le polemiche nel suo partito come “eccessi inoffensivi”.

Vendola. Resta deluso invece Nichi Vendola che aveva chiesto al presidente del Consiglio di di prendere provvedimenti: “che l’allora capo della polizia abbia potuto attraversare indenne quella stagione e quelle successive è lo spaccato di un malcostume del nostro Paese” dice il leader di Sel. Mentre Fi parla di “fatwa” nei confronti dell’ex capo della Polizia, l’ex ministro Maurizio Lupi si toglie un sassolino dalla scarpa: “gli chiedono le dimissioni, forse perché è innocente? Ma in che Paese viviamo?”.

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Ddl tortura. Attacca anche Beppe Grillo che punta l’indice contro i “sepolcri imbiancati” e condanna “l’ipocrisia che trasuda da ogni dichiarazione dei nuovi farisei, politici ipocriti”, se la prende con Napolitano che “avallò la scelta su Di Gennaro” e invoca il tribunale internazionale dell’Aja per processare “Berlusconi, Fini e Scajola come Ratko Mladic”. Intanto la Camera vota il ddl tortura con il dubbio, sollevato dal M5s, che la legge potrebbe non applicarsi proprio ai fatti della scuola Diaz in quanto per configurare il reato dovrebbe essere dimostrato che le vittime siano state sottoposte a custodia dell’agente. I 5 Stelle riescono tuttavia a far approvare due emendamenti che elevano la reclusione per i pubblici ufficiali che commettono il reato di tortura, con abuso di poteri, e aumentano le pene nei casi di istigazione. Totalmente contraria alle norme contro la tortura è la Lega Nord. Per Matteo Salvini, infatti, si tratterebbe dell’ “ennesimo regalo ai ladri e l’ennesimo attacco alle guardie”.

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