E’ iniziato oggi lo storico viaggio di Papa Francesco in Turchia, dove è arrivato puntuale alle 12 ora italiana. E’ stato accolto da un ministro delegato dal governo, da alcune autorità civili e militari e dal nunzio apostolico, mons. Antonio Lucibello.
In tre giorni il Pontefice si recherà ad Ankara per gli incontri istituzionali e ad Istanbul per quelli religiosi, sia a carattere ecumenico con la Chiesa ortodossa di Costantinopoli che interreligioso con la comunità islamica, durante la visita, domani mattina, alla celebre Moschea Blu.
“È fondamentale che i cittadini musulmani, ebrei e cristiani godano dei medesimi diritti e rispettino i medesimi doveri”, ha ricordato papa Francesco durante l’incontro col presidente turco Erdogan. “Occorre contrapporre al fanatismo e al fondamentalismo la solidarietà di tutti i credenti – ha ribadito il Pontefice -. Col dialogo interreligioso si arrivi a bandire ogni forma di fondamentalismo e di terrorismo”.
“In Medio Oriente, non possiamo rassegnarci alla continuazione dei conflitti come se non fosse possibile un cambiamento in meglio della situazione!”, ha aggiunto il Papa nell’incontro con le autorità turche ad Ankara. “Con l’aiuto di Dio, possiamo e dobbiamo sempre rinnovare il coraggio della pace!”, ha aggiunto. “Questo atteggiamento conduce ad utilizzare con lealtà, pazienza e determinazione tutti i mezzi della trattativa, e a raggiungere così concreti obiettivi di pace e di sviluppo sostenibile”, ha detto affermato.
“Nel ribadire che è lecito fermare l’aggressore ingiusto, sempre però nel rispetto del diritto internazionale, voglio anche ricordare che non si può affidare la risoluzione del problema alla sola risposta militare”. Senza citarlo espressamente, cosi’ papa Francesco, ha parlato della necessita’ di fermare l’Isis. “E’ necessario – ha spiegato il Pontefice – un forte impegno comune, basato sulla fiducia reciproca, che renda possibile una pace duratura e consenta di destinare finalmente le risorse non agli armamenti, ma alle vere lotte degne dell’uomo: contro la fame e le malattie, per lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia del creato”.
LA GIORNATA DI OGGI“Nel momento in cui mi accingo a compiere il mio viaggio in Turchia, per favorire l’incontro e il dialogo tra culture diverse, per rafforzare il cammino dell’unità dei cristiani e per condividere momenti di preghiera con fratelli e sorelle nella fede, mi è caro rivolgere a lei signor presidente e alla nazione italiana il mio cordiale saluto, che accompagno con fervidi auspici per il progresso spirituale civile e sociale della diletta Italia”, ha scritto papa Francesco nel telegramma mandato al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, nel momento di lasciare il territorio italiano alla volta della Turchia e nel sorvolare poi l’Albania e la Grecia.
Apparato di sicurezza imponente per il Papa al suo arrivo ad Ankara. Francesco, su un’auto blindata, è diretto al mausoleo di Ataturk. Colpisce il servizio d’ordine imponente che scorta l’auto del Papa.
Francesco è il primo capo di Stato ad essere accolto nella reggia faraonica di Erdogan che conta oltre mille stanze. Nei mesi scorsi c’era stato l’appello dell’Ordine degli architetti turchi a Bergoglio a disertare la visita in un palazzo tanto opulento.
Tappa al Mausoleo di Ataturk. Francesco arrivato al mausoleo di Atatürk ha deposto una corona di fiori e sosta in silenzio. Nella sala ‘Tower of National Pact’ del museo, il Papa ha poi firmato il Libro d’Oro e appone la dedica: ‘Formulo i voti più sinceri perché la Turchia, ponte naturale tra due Continenti, sia non soltanto un crocevia di cammini, ma anche un luogo di incontro, di dialogo e di convivenza serena tra gli uomini e donne di buona volontà di ogni cultura, etnia e religione’.
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