Marino sì, Marino no. Tutti i dubbi del Pd
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Marino sì, Marino no. Tutti i dubbi del Pd

Il partito si divide. C'è chi dice: o azzeramento della giunta o vai a casa. E chi, invece, difende il sindaco. "Lui ha un'idea di città".

Marino sì, Marino no. Tutti i dubbi del Pd
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18 Novembre 2014 - 11.19


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di Claudio Bellumori

“Siamo un partito dalle mille anime”. Questa è la definizione che, di solito, un esponente del Partito democratico dà al suo partito. E il Pd capitolino non fa eccezione. Sul futuro del sindaco Ignazio Marino, infatti, le visioni sono contrapposte. Ora è giunto il momento di trovare la quadra, ma è evidente la mancanza di una strategia condivisa.

Da una parte c’è chi punta all’aut aut: azzeramento della giunta o una sfiducia impacchettata prima del panettone. Insomma, una fetta del Pd detta le regole di un gioco che si fa sempre più pericoloso.
Gli ingredienti sono tanti: le difficoltà dell’Urbe, i problemi sfociati in periferia e, soprattutto, l’atteggiamento del sindaco. Uno che da subito abbraccia la sua linea, infischiandosene di pacche sulla spalla o sorrisi di sorta.

Forse l’unico freno a scelte affrettate è l’ipotesi elezioni anticipate. Un’idea del genere potrebbe rivelarsi controproducente. Eppure il grimaldello va individuato, soprattutto per non rimangiarsi il cacio vinto. Che equivale al 63,8 per cento ottenuto alle amministrative 2013.

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E poi ci sono i Mariniani, cioè chi tira la volata al sindaco. Per tanti motivi, uno su tutti “non scordiamoci di Alemanno”. Questo il punto che, per alcuni democrat, non deve essere dimenticato.

“Marino ha portato un’idea di città che non c’è mai stata. Roma si è sviluppata senza un progetto. E ora un piano c’è”. Da qui la condivisione delle scelte prese finora dal primo cittadino: la chiusura di Malagrotta, i Fori Imperiali, la chiusura del Tridente. E la partenza della Metro C. “Con Alemanno non c’era nemmeno la data di realizzazione”. Con una riflessione: “Se non si trova un punto di incontro, inutile dialogare. Una proposta o rimpasto o vai a casa, a chi giova? Se due persone non si parlano, la colpa è di entrambi”.

Messaggio chiaro e diretto. Insomma, per prima cosa capire cosa fare da grandi. E poi mettere l’anima – anzi – le mille anime in pace.

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