“Lavoro e dignità per salvare l’Italia”. Con questo slogan è partito stamattina, anche in anticipo sulla tabella di marcia, il corteo della Cgil contro il Jobs Act. Il segretario Susanna Camusso con un tweet ha augurato un “Buon 25 ottobre a tutte e tutti. La coda della manifestazione è a Piazza Repubblica. L’hashtag #tutogliioincludo è lo striscione di testa del corteo della Cgil partito dalla stazione Termini, tenuto dagli studenti medi.
La Camusso. La Cgil è pronta ad utilizzare «tutte le forme necessarie» a sostegno delle proprie richieste, compreso lo sciopero generale. Lo ha detto il segretario generale Susanna Camusso nel corso della manifestazione della Cigl. «Continueremo la nostra iniziativa – ha detto rispondendo ad una domanda – con tutte le forme necessarie».
Cartelli contro Renzi. Tra le bandiere del sindacato e dei partiti al corteo Cgil di Roma, spuntano cartelli, realizzati dai singoli manifestanti, contro il premier Matteo Renzi. «Renzusconi io son io e voi non siete un c…» è quanto si legge sul cartello di un anziano. «Grazie Renzi per lo ‘sboccò lavorativo» si legge sullo striscione di due ragazzi, che rappresenta un uomo che vomita. «La legge di stabilità di Renzi taglia 100 mln dal fondo di non autosufficienza, questa è pura meschinità», il messaggio di un altro cartello.
Cofferati. Sulla Cgil che torna in piazza da sola per difendere l’articolo 18 dopo la manifestazione del 2002 quando Sergio Cofferati ne era segretario, lo stesso Cofferati spiega in un’intervista a Repubblica che tra le due giornate «non c’è alcun paragone possibile». «Nel 2002 – afferma l’ex sindacalista – tantissime persone scesero in piazza per difendere i loro diritti dal tentativo di cancellarli da parte di un governo ostile alla gran parte di loro, visto che in stragrande maggioranza non avevano votato Berlusconi. Insomma difendevano un diritto da un governo avverso. Ora è l’esatto opposto. La ragione della mobilitazione è la stessa ma è fatta in larghissima prevalenza da cittadini che hanno votato per il centrosinistra. Manifestano contro un governo per il quale hanno votato». Quello di Renzi, aggiunge Cofferati, è «un governo di centrosinistra che produce politiche non condivisibili per una parte dei suoi elettori», «mentre la rappresentanza politica si rarefà perchè i partiti diventano più leggeri, liquidi addirittura, secondo alcuni, il ricorso alla piazza su grandi temi diventa quasi uno sbocco obbligato da parte di elettori che non hanno più luoghi e strumenti attraverso i quali esprimere le proprie opinioni». Ma, osserva, «senza più luoghi e soggetti della mediazione aumenta il conflitto». Alla domanda se andrà anche alla Leopolda, l’ex leader Cgil replica: «Non credo sia quello il modello per discutere. Tra l’altro non si capisce chi lo promuove: una parte del partito? una parte del governo? entrambi?».