Da bracciante a mediatore culturale: la storia di Mumba
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Da bracciante a mediatore culturale: la storia di Mumba

Arrivato nella Piana dal Togo lavorava nei campi. Nel centro di accoglienza le sue condizioni di vita sono migliorate. Qui ha studiato per diventare mediatore culturale.

Da bracciante a mediatore culturale: la storia di Mumba
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17 Agosto 2014 - 18.40


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“Per fare la mia tesi ho parlato con diversi migranti arrivati a Rosarno – racconta Francesca Onorato. Ricordo molto bene la storia di Mumba, un ragazzo di 34 anni del Togo arrivato nella Piana nel 2009. Mumba mi ha raccontato della rivolta dei braccianti del 2010, chiara nella sua memoria ma alla quale aveva deciso di non prendere parte.

Ogni giorno Mumba andava sulla strada statale 18 per unirsi alla folla di persone che speravano di venire scelte dal caporale di turno per la giornata di raccolta nei campi. Quando era tra i selezionati andava negli agrumeti o oliveti e stava lì tutto il giorno, cibandosi con quello che era possibile avere: un panino se il proprietario del campo lo forniva o alle volte i frutti raccolti. E dopo il lavoro c’era la vita di fortuna: dai ghetti di connazionali sovraffollati ai casolari. Ed in questa dura realtà Mumba ha poi visto un po’ di luce: nel 2011 è stato uno dei pochi a venire accolto temporaneamente nei container del Centro di accoglienza in Contrada Testa dell’Acqua di Rosarno”.

“Qui le sue condizioni di vita sono migliorate – continua Francesca nella sua tesi -: aveva un tetto sopra la testa, un pasto, l’elettricità, l’acqua calda e l’acqua fredda. Mumba ha continuato ad andare sulla statale 18 e a lavorare nei campi fino a quando è riuscito ad essere accolto anche all’interno del circuito assistenziale che gli ha consentito inizialmente di fare un corso di italiano e successivamente uno come mediatore culturale. Questi corsi hanno costituito il punto di svolta per la sua vita: Mumba ha trovato lavoro come mediatore culturale, col passare del tempo è riuscito a guadagnare autonomia e adesso vive in un appartamento a Rosarno. La vita di Mumba è un esempio di integrazione con la realtà locale, anche se non ha creato un legame particolare con Rosarno. Continuava a ripetermi: ‘Se trovo un altro lavoro, vado via da qui’ ”. (sm)

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