181 migrati sono morti, gettati in mare o pugnalati dagli scafisti, sul barcone, giunto a Messina domenica scorsa, dove nella stiva sono ritrovati anche i cadaveri di altre 29 persone, decedute durante la traversata dopo aver esalato i gas tossici del motore. Grazie ai racconti dei 561 superstiti, la polizia ha proceduto all’arresto dei cinque scafisti, che sono stati fermati con l’accusa di omicidio plurimo aggravato.
Secondo i profughi i trafficanti hanno ucciso, durante il viaggio, decine di uomini, per fare spazio sulla barca, che è partita dalle coste nordafricane sovraccarica. I cinque arrestati dovranno rispondere quindi dei crimini commessi, dato che, oltre ad aver ucciso molti migranti a coltellate o a botte, secondo i superstiti, avrebbero spinto direttamente in mare decide di persone, lasciandole annegare
La tragedia è avvenuta nella notte tra sabato e domenica, su un barcone avvistato tra la Libia e Malta. Le autorità dell’isola avevano chiesto la collaborazione della Guardia costiera italiana che ha inviato due motovedette che hanno condotto il barcone nel porto di Messina.