Era finito in carcere con tanti altri, ora ha cominciato a parlare, a raccontare chi comanda a Bagheria e cosa c’è dietro il ricco affare della raccolta dei rifiuti. Ha cominciato a parlare, a dire cose così importanti da spingere gli investigatori, nottetempo, a prelevare moglie e figli del nuovo pentito di mafia per portarli lontano, in un luogo sicuro, perchè non fossero oggetto della vendetta delle cosche.Priama di arrestarlo, gli investigatori lo avevano intercettato mentre dava lezioni su come si deve fare un attentato con la benzina a chi non si adeguava alle richieste della cosca. Nottetempo, un corteo di auto blindate ha tagliato Bagheria fino a una stradina senza uscita.
Un’operazione veloce, pochi istanti, un portoncino che si apre,una donna, con in mano una valigia, e i suoi due figlioletti. In fretta su una delle auto dei carabinieri, e via nella notte. Da dietro le persiane, in tanti hanno osservato l’operazione, la fuga della famiglia Morsicato. A parlare è Benito Morsicato, operaio del Coinres. Qualche giorno dopo l’arresto, aveva deciso di collaborare. Trentasei anni, specialista in estorsioni e in attentati, Morsicato era tanto bravo da essere incaricato di dare lezioni ai”picciotti”:”Un bidoncino da venti, lo rovesci per terra, lo fai svuotare tutto e così succede il viva Maria — spiegava a un suo giovanissimo complice — perché qua come vai con un litro non fai niente, qua minimo devi rovesciargli il bidone di venti litri per terra”.
ora il suo racconto può portare dritto al business della raccolta dei rifiuti. Perchè Benito era uno dei fidati di Cosa nostra all’interno del Coinres, il consorzio che si occupa, appunto, del servizio di nettezza urbana. Un affare che si estende in 21 comuni del palermitano con al centro Bagheria e le potenti famiglie mafiose interessate al blitz che aveva portato Morsicato in carcere. La monnezza, dunque, uno dei filoni d’oro delle mafie, affare che torna e che ora fa tremare quei settori che con la mafia parlavano e si spartivano montagne di soldi.