“La corruzione può attecchire dovunque: nessun organismo e nessuna istituzione possono ritenersene indenni” Con queste parole i magistrati contabili lanciano un appello nella relazione di presentazione del Rendiconto generale dello Stato 2013. “Un caso emblematico di deroghe a norme e controlli – hanno aggiunto – è rappresentato da Expo 2015”. La Corte dei Conti “rimarca inoltre la necessità di ridisegnare i confini della pubblica amministrazione, perchè non basta tagliare ed eliminare gli sprechi”.
I confini della Pubblica AmministrazioneRidisegnare e ripensare i confini della P.A, comprese le modalità di prestazione dei servizi alla collettività, dalla salute all’istruzione. È la sollecitazione che arriva dalla Corte dei Conti secondo cui in materia di spending review “non si tratta solo di eliminare gli sprechi ma di affrontare il tema del ‘perimetro’ pubblico”. Nella P.A bisogna avere “la capacità di ripensare l’organizzazione stessa delle funzioni pubbliche, attraverso l’effettiva attivazione di estesi meccanismi di mobilità e il concreto approntamento di moderni sistemi di incentivazione della produttività” ha sottolineato il presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite in sede di controllo della Corte dei Conti, Enrica Laterza.
Il passaggio sulla corruzione
Parole pesanti nei confronti della macchina arrivano dal procuratore procuratore generale presso la Corte dei Conti, Salvatore Nottola: “La corruzione può attecchire dovunque: nessun organismo e nessuna istituzione possono ritenersene indenni” e “nessuna istituzione che abbia competenze pubbliche può ritenersi scevra di responsabilità di fronte al suo dilagare”.
Il caso simbolo dell’Expo
Nottola denuncia che su Expo 2015 la Corte aveva già evidenziato i rischi insiti nella gestione dell’evento. Con i suoi recenti scandali. Expo rappresenta “un caso emblematico” di deroghe a norme e controlli, “smantellati in virtù dell’urgenza, che hanno di fatto favorito la corruzione”.