Immigrazione, nuovi sbarchi a Palermo
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Immigrazione, nuovi sbarchi a Palermo

La nave Etna ha riportato sulla terra ferma 767 immigrati. Tra questi ci sono anche i sopravvissuti del naufragio avvenuto ieri vicino le coste libiche.

Immigrazione, nuovi sbarchi a Palermo
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15 Giugno 2014 - 10.32


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Come un flusso senza sosta continuano gli sbarchi degli immigrati provenienti dalle coste africane. Al porto di Palermo è sbarcata la nave Etna della Marina Militare con 767 migranti raccolti in diverse operazioni nel Canale di Sicilia. Tra questi vi erano anche i sopravvissuti al naufragio avvenuto ieri davanti alle coste della Libia, anche se dei 90 passeggeri, sono stati recuperati soltanto 39 naufraghi e 10 cadaveri.

Dieci corpi di migranti recuperati e una quarantina di dispersi: sono le drammatiche cifre dell’ennesima tragedia del mare, del viaggio della speranza che si trasforma in dramma. Il naufragio è avvenuto l’altro ieri pomeriggio a circa 40 miglia a nord delle coste libiche, dove un gommone con circa 90 persone a bordo è affondato. Il primo intervento di soccorso, dopo l’allarme lanciato da un aereo di Frontex, è stato effettuato dalle nave Dattilo della capitaneria di porto: sono stati recuperati dieci corpi e salvati 39 naufraghi. Sul posto sono intervenuti anche la fregata Scirocco ed il pattugliatore Orione della marina per prestare soccorso e partecipare alla ricerca dei dispersi. I sopravvissuti sono stati trasbordati su nave rifornitrice Etna, assieme alle salme e a 104 migranti che erano su un altro gommone che è stato soccorso.

L’emergenza sbarchi è stata al centro di un incontro presieduto dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a Villa Letizia a Catania con i prefetti e i sindaci dell’isola. Il responsabile del Viminale ha sottolineato che “l’Italia non può farsi più carico del disastro creato in Libia dagli altri Paesi occidentali” per “l’instabilità creata in quel Paese”. Noi siamo, ha ribadito, “una Nazione accogliente, ma non possiamo ospitare tutti”. “Mare Nostrum – ha osservato – non è soltanto un problema italiano” e comunque, “con queste modalità non può continuare all’infinito”. A partire da Frontex e dai suoi costi: “ha in bilancio 80 milioni di euro – ha ricordato – e noi spendiamo nove milioni di euro al mese per Mare nostrum: quindi l’intero bilancio di Frontex per presidiare tutte le frontiere europee costa quanto nove mesi di Mare nostrum. E’ evidente: Frontex così com’è non può funzionare”. Ma non solo. L’Italia, ha rimarcato, è “assolutamente certa di avere fatto il bene, ma altrettanto certa che così non si può andare avanti”. Quindi, ha intimato Alfano, “o l’Europa prende in carico Mare Nostrum o la proposta sarà quella di non proseguire con l’operazione”. Un monito lanciato anche al ministro degli Esteri, Federica Mogherini: il governo, ha affermato a Milano, “sta facendo già moltissimo con Mare Nostrum, il punto è che di fronte a questa tragedia nessuno può pensare di voltarsi dall’altra parte: noi non lo facciamo e non lo facciano nemmeno l’Europa e la comunità internazionale”. Sul tema dell’accoglienza ha parlato anche il premier Matteo Renzi: “Quando i bambini vengono caricati su una nave – ha detto all’assemblea del Pd – dire, come fa qualche xenofobo con cui dialogano in tanti, che la cosa ‘non ci riguarda’, sono frasi non umane: noi vogliamo mantenere l’umanità”.

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