Cantone: Mose più grave dell'Expo

Per il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione è innegabile che il sistema degli appalti deve essere ripensato.

Cantone: Mose più grave dell'Expo
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5 Giugno 2014 - 16.32


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“Quello che sta emergendo in questa vicenda, che ovviamente deve essere vagliata dalla magistratura, è un sistema molto inquietante, ancora più di quello già grave venuto alla luce per Expo”. Sono le parole del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, sul caso Mose.
Per Cantone, che è intervenuto ai microfoni di Prima di tutto, su Radio 1 “è innegabile che il sistema degli appalti deve essere ripensato ma cambiare le regole non basta, occorre discontinuità politica e culturale”.

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Il quadro che emerge dall’inchiesta relativa al Mose – dice ancora Raffaele Cantone – “è di una corruzione davvero penetrante, che viene in qualche modo favorita dalla quantità enorme di denaro che gira quando si tratta di Grandi Opere”.

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“Ogni volta che accadono fenomeni corruttivi di questo tipo, giocoforza si parla di cambiare le regole. Però, è innegabile che il sistema degli appalti vada ripensato. Tutti i grandi eventi degli ultimi anni sono stati fatti con deroghe. Siamo al paradosso che le regole funzionano sugli appalti di medio-piccola grandezza, mentre in quelli di dimensioni più ampie, dove dovrebbe essere maggiore l’attenzione perché ci sono in ballo interessi maggiori, lì le regole non funzionano, non vengono applicate. Però parliamoci chiaro – aggiunge Cantone – non possiamo certo pensare che con il solo cambiamento delle regole si possa evitare il ripetersi di situazioni così incancrenite in cui sono coinvolti controllati, controllori, ceto politico. Il sistema è veramente complicato, le regole sono uno degli aspetti su cui lavorare ma è evidente che si tratta anche di fare scelte chiare sul piano della discontinuità politica e culturale”.

Il ministro della giustizia Andrea Orlando

“Sono intristito ma non stupito”, commenta il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. “Il mancato stupore non è riferito ai singoli provvedimenti della magistratura e agli arresti, ma ad una situazione di mancanza di concorrenza che determina opacità”, precisa il ministro della Giustizia. “Basta con le procedure eccezionali e con i percorsi emergenziali, perché dove non c’è concorrenza è più facile che si crei opacità”, dice il ministro della Giustizia. Orlando ha poi aggiunto che “abbiamo le leggi, facciamole funzionare: solo poche settimane fa è stato nominato il presidente dell’agenzia anticorruzione, quello è lo strumento”.

Il Prefetto sospende il sindaco Orsoni

Intanto Giorgio Orsoni, posto ieri agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sul Mose, è stato sospeso dalla carica di sindaco di Venezia. Lo ha deciso il prefetto, Domenico Cuttaia, sulla base dell’ordinanza ricevuta dalla Procura. La sospensione, ricorda la Prefettura, è un atto dovuto in base alla cosiddetta ‘legge Severino’ nei confronti degli amministratori locali destinatari di misure coercitive in base agli artt.284, 285 e 286 del codice di procedura penale

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Del Basso: subito controllo straordinario

In audizione in commissione Ambiente alla Camera, il sottosegretario alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro ha spiegato che “subito deve partire un’azione di controllo straordinaria; una due diligence per verificare la coerenza sul Mose tra le spese e gli interventi”.

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