Allarme Censis: scuola pubblica a pezzi
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Allarme Censis: scuola pubblica a pezzi

Sono seri i problemi strutturali: in 24 mila edifici, su un totale di 41 mila, tutti gli impianti non funzionano (elettrici, idraulici e termici).

Allarme Censis: scuola pubblica a pezzi
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31 Maggio 2014 - 16.00


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Gli edifici delle scuole italiane sono caratterizzati da un’insufficiente manutenzione ma anche da seri problemi strutturali: ad esempio in 24 mila, su un totale di 41 mila, tutti gli impianti non funzionano (elettrici, idraulici e termici) o, nel migliore dei casi, sono insufficienti o non a norma. Novemila edifici praticamente sono privi di intonaco e in altri 7.200 sarebbe necessario rifare tetti e coperture.

Questi alcuni dei dati emersi a fronte di uno studio del Censis messo a punto nell’ambito del quinto ‘Diario della transizione’. Sono 9mila le strutture con gli intonaci a pezzi, in 7.200 edifici occorrerebbe rifare tetti e coperture; 3.600 le sedi che necessitano di interventi sulle strutture portanti (tra queste mura 580mila ragazzi trascorrono ogni giorno parecchie ore) e 2mila quelle che espongono i loro 342mila alunni al rischio amianto.

La ricerca rileva inoltre un dato anche questo assai preoccupante: il 15% degli istituti scolastici italiani è stato costruito prima del 1945, un altro 15% tra il 1945 e il 1960, mentre un altro 44% risale all’epoca 1961-1980. Quindi, sottolinea il Censis, solo un quarto degli stabili è stato realizzato dopo il 1980.

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Secondo i 2.600 dirigenti scolastici consultati, per il 36% degli edifici è prioritario avviare lavori di manutenzione straordinaria ma nella maggioranza dei casi (il 57%) l’esigenza è dare continuità agli interventi di manutenzione ordinaria. Nonostante il patrimonio immobiliare scolastico sia vetusto, in qualche caso ricavato da caserme o conventi, solo nel 7% dei casi si ritiene fondamentale la costruzione di un edificio più adeguato o il trasferimento della scuola in un’altra sede.

Per il Censis, “la recente assegnazione del 95,7% dei 150 milioni di euro stanziati con il ‘decreto del fare’ per l’avvio immediato di 603 progetti di edilizia scolastica rappresenta sicuramente un cambio di passo rispetto alle lunghe e farraginose procedure degli anni passati”. Sulla base delle risorse stanziate e dei ritardi di spesa accumulati, alla fine del 2013 il ministero delle Infrastrutture stimava in 110 anni il tempo necessario per mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici italiani.

Per garantire la tempestività della manutenzione ordinaria e accelerare la realizzazione dei piccoli interventi necessari è stata prospettata recentemente la possibilità di dotare le scuole di un budget specifico. La maggioranza dei dirigenti scolastici interpellati dal Censis (il 54%) si dichiara favorevole, anche se il 45% condiziona tale eventualità alla semplificazione delle procedure per l’affidamento dei lavori.

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Flc-Cgil, passare dalle parole ai fatti – “L’ultimo rapporto Censis sullo stato disastroso degli edifici scolastici riconferma l’allarme per la sicurezza e la salute del personale e degli studenti. Occorre passare rapidamente dagli annunci a interventi concreti per avviare progetti di costruzione di nuovi edifici, rimozione dell’amianto, messa in sicurezza e manutenzione straordinaria degli edifici scolastici”. Lo afferma in una nota il segretario geerale della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo.

“Deve essere chiarito quali sono le effettive risorse a disposizione, con quali tempi e con quali procedure”, afferma il sindacalista. “Non si possono attendere tempi biblici e assistere impotenti – prosegue – a ritardi nella realizzazione degli interventi. Siamo all’assurdo che dei 500 milioni di euro attivati con le delibere Cipi del 2004 e del 2006 nel primo semestre 2013 ne erano stati utilizzati solo 143. L’istruttoria dei progetti ha tempi troppo lunghi e non vengono mai chiarite le responsabilità”.

La cabina di regia per coordinare e monitorare gli interventi, afferma ancora Pantaleo, “deve essere messa nelle condizioni di operare facendo interagire le diverse responsabilità istituzionali e le autonomie scolastiche. Chiediamo – conclude – che vengano informati famiglie, personale della scuola e studenti sullo stato dei singoli edifici e rischi potenziali per la salute e la sicurezza”.

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