C’è anche la procura di Roma, oltre a quella di Sanremo e quella di Reggio Calabria, tra gli uffici giudiziari impegnati a capire la natura e l’utilizzo della corposa documentazione trovata nell’abitazione di Claudio Scajola a Imperia dalla polizia postale ligure.
Dallo scorso dicembre il pm della capitale Sergio Colaiocco sta procedendo per sottrazione di atti nel tentativo di comprendere come mai e a che titolo carte sul G8 di Genova e sull’omicidio di Marco Biagi, tanto per fare un esempio, fossero ancora nella disponibilità dell’ex ministro dell’Interno.
Interrogato il 18 aprile, Scajola ha detto che quei documenti, a suo dire di scarso interesse, non erano affatto riservati ne’ classificati come segreti. La raccolta di queste carte, comunque, sarebbe stata curata dallo staff della sua segreteria quando l’esponente del Pdl fu costretto a lasciare il Viminale.
Colaiocco intende anche accertare se materiale di interesse o di competenza romana si possa trovare tra quello che e’ finito adesso all’attenzione della magistratura calabrese che, indagando sulla rete di contatti che hanno agevolato la latitanza dell’ex parlamentare azzurro Amedeo Matacena, ha ottenuto l’arresto dello stesso Scajola.